Scavi a Gath

Tremila anni dopo l’epica sfida col pastore israelita Davide, la città del gigante filisteo Golia, Gat, torna alla luce.

Una squadra di archeologi guidati dal prof. Aren Maeir della Universita’ Bar Ilan di Tel Aviv sta portando avanti da oltre vent’anni degli scavi nell’area di Tel Zafit (fra Gerusalemme e Ashqelon), una località abitata per cinquemila anni consecutivi, dall’era del bronzo in poi.

Fino a poche settimane fa l’equipe non era andata oltre il ritrovamento di alcuni templi filistei dell’XI secolo a. C. e dei resti del castello crociato «Blanche Garde» che ebbe tra i suoi difensori Riccardo Cuor di Leone. I ricercatori hanno invece recentemente completato le loro scoperte e individuato la città filistea di Gath dove abitava Golia e verso la quale – come si legge nel Libro di Samuele – David fuggì andando «da re Saul a Achish, re di Gath». A corredo degli scavi e dell’individuazione della località sono stati trovati oggetti di indubbio interesse tra cui un fermaglio di rame e una pietra che forse era parte di un frantoio utilizzato per la produzione dell’olio: oggetti che insieme a quelli rinvenuti fino ad ora ora danno sostanza e validità alle notizie bibliche sulla città. 

Secondo gli esperti, in una natura rimasta incontaminata non è difficile ricostruire anche oggi il tragitto possibilmente percorso da Golia: sceso dal Tel (la maestosa collina di Gat che nel decimo secolo a.C. dominava militarmente la zona) uscì da un possente ingresso fortificato – i cui resti sono stati scoperti proprio nella scorsa stagione di scavi – e superò il letto di un fiume. Piegò poi a destra nella valle (tuttora ben visibile) dedicata alla divinità Elah e puntò verso le colline antistanti Gerusalemme. A quindici chilometri da lì lo aspettava Davide.