ETNAETNA

Il paesaggio cambia, si evolve e noi non possiamo far altro che raccontarne i dettagli. E’ il caso dell’Etna, che dal 27 febbraio scorso a ieri è stato protagonista di una intensa attività vulcanica, tornando a farsi sentire e ammirare con una colata di lava che unisce il vecchio e il nuovo cratere di Sud-Est.

Fontane di lava, esplosioni e alte colonne di fumo, una festa pirotecnica spettacolare ma comunque pericolosa e per questo costantemente monitorata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. È la cosiddetta fase “stromoboliana” del Nuovo Cratere di Sud Est, di minore intensità rispetto a tre giorni fa. Secondo i tecnici dell’Ingv, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, attorno alla bocca, nella sella tra il nuovo e il vecchio cratere di sud est, si sta formando un nuovo cono. 

“Mungibeddu”, uno dei nomi della tradizione sicula del vulcano, è uno dei più attivi vulcani iconici del mondo e uno straordinario esempio di processi geologici continui e formazioni vulcaniche e per questo dal 2013 è nella World Heritage List UNESCO. Lo stratovulcano è caratterizzato dalla quasi continua attività eruttiva dai crateri del suo vertice e abbastanza frequenti eruzioni e colate laviche dai crateri e fessure sui suoi fianchi. Questa eccezionale attività vulcanica è stato documentata da esseri umani per almeno 2700 anni ed è una delle più lunghe registrazioni documentate al mondo di vulcanismo storico. Il vario e accessibile assemblaggio di caratteristiche vulcaniche come la vetta dei crateri, i coni di cenere, le colate di lava, le grotte laviche e la depressione della Valle del Bove hanno reso il Monte Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e l’educazione. Oggi l’Etna è uno dei meglio studiati e monitorati vulcani del mondo e continua ad influenzare la vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienze della terra. La notorietà, l’importanza scientifica e culturale e il valore educativo sono di importanza globale.