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Sono state presentate ieri al MiBACT le “Raccomandazioni” di Ravello LAB – Colloqui internazionali, scaturite dall’edizione 2016 del forum europeo su cultura e sviluppo promosso da Federculture e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali.

Al centro dell’analisi e dei dibattiti dell’edizione di Ravello Lab dello scorso ottobre il tema de “Cultura e Sviluppo: Progetti e strumenti per la Crescita dei Territori”, che ha messo al centro del confronto l’approccio integrato al patrimonio culturale per nuovi Piani di Gestione dei siti UNESCO e partecipazione dei cittadini alla Cultura.

Come ogni anno, quindi, il lavoro di analisi dei partecipanti a Ravello Lab è confluito nel documento di proposta rivolto a Governo e Parlamento e alle Istituzioni europee illustrato da Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e Comitato Ravello Lab e Claudio Bocci, Direttore Federculture e Consigliere delegato Comitato Ravello Lab, alla presenza di Silvia Costa, membro e già presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e del Ministro Dario Franceschini.

Sono state molte le riflessioni e le sollecitazioni rilanciate nel dibattito a partire dal contributo prodotto in questi anni da Ravello Lab, di cui è stata sottolineato l’importante ruolo di stimolo in sede nazionale ed europea nell’innovazione delle politiche culturali.

«La presentazione al Ministro della Cultura Dario Franceschini delle “Raccomandazioni” di Ravello Lab – ha dichiarato Alfonso Andria – premia lo sforzo di elaborazione dell’intera community impegnata, sin dal 2006, a declinare in proposte e strumenti utili al Paese il rapporto che lega Cultura e Sviluppo. Nell’edizione 2016 l’attenzione si è particolarmente concentrata sui temi della gestione integrata del patrimonio culturale, quale nuova opportunità di collaborazione fra i diversi soggetti istituzionali e tra questi e gli attori privati. Del resto, il recente G7 della Cultura ha evidenziato l’importanza che il Settore riveste anche sotto il profilo economico, contribuendo in modo determinante al pil e all’occupazione nel territorio dell’Unione Europea (3 mln di imprese, 12 milioni di persone impiegate nelle imprese culturali e creative, cioè il 7,5% della forza lavoro dei Paesi Membri). In questo scenario assumono speciale significato la partecipazione ai lavori di quest’oggi del presidente Vincenzo Boccia e l’ingresso di Confindustria, quale partner del Centro che presiedo e di Federculture, già dalla prossima edizione di Ravello LAB (19-21 ottobre): è un segnale eloquente della volontà di rinsaldare il rapporto positivo tra Impresa e Cultura. L’impegno comune contribuirà alla valorizzazione del nostro patrimonio e alla crescita dei territori in termini di inclusione, di sviluppo sociale e di ricaduta economica.»   

E numerose sono le proposte emerse, su questi temi, tra cui spicca quella sottolineata da Claudio Bocci di «impegnare una parte delle risorse del PON Governance – che destina oltre 827 milioni di euro ad interventi di rafforzamento della capacità amministrativa e istituzionale, di modernizzazione della PA e di miglioramento della governance multilivello nei programmi di investimento pubblico – all’accrescimento della capacità di intervento dei diversi soggetti istituzionali (Soprintendenze e altre Amministrazioni pubbliche) interessate al potenziamento dei Piani di Gestione UNESCO in chiave di sviluppo culturale e turistico».

Sul fronte dello sviluppo della partecipazione dei cittadini alla fruizione del patrimonio culturale, – tema particolarmente sensibile nel nostro paese dove il tasso di “astensione culturale” è al 18,6%, ma in alcuni ambiti come la fruizione museale o teatrale oscilla tra il 70 e l’80% -, le sollecitazioni di Ravello Lab insistono sulla necessità di promuovere il diritto dei cittadini a partecipare allo sviluppo ed alla creazione di comuni esperienze culturali, incoraggiate dalla Convenzione di Faro.

«La cultura ci salverà – ha sottolineato Vincenzo Boccia – ma dobbiamo costruire un percorso insieme con senso di responsabilità e giorno per giorno. Il ruolo dell’industria culturale nel Paese è fondamentale per promuovere l’idea di una società inclusiva. Gli imprenditori devono uscire dalle loro fabbriche per contribuire e sentirsi parte di una comunità. Per questo serve un cambio di passo nelle politiche di promozione culturale, serve intensificare la collaborazione pubblico- privato e i momenti di contaminazione.»

Anche il ministro Franceschini a conclusione dei lavori ha sottolineato il legame tra cultura e crescita: «In tre anni il tema delle politiche culturali e l’opportunità degli investimenti in cultura hanno acquistato una centralità che un tempo non avevano, grazie a una crescente consapevolezza maturata in ampie fasce della realtà italiana, superando la cerchia degli addetti ai lavori. La cultura è crescita, lavoro e al contempo potente strumento di coesione attraverso la conoscenza di sé e degli altri e oggi, grazie all’opera compiuta in questo triennio, tutto questo è parte dell’agenda italiana per il futuro, come dimostra l’invito ricevuto lo scorso anno a rappresentare il Governo in qualità di Ministro dei beni culturali all’assemblea di Confindustria».