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Per festeggiare il terzo compleanno dall’iscrizione del sito I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, domenica 25 giugno il Monferrato riapre le porte degli infernot per una iniziativa congiunta che coinvolgerà 14 Comuni.

L’Ecomuseo della Pietra da Cantoni organizza infatti con i Comuni della core zone 6 Camagna, Cella Monte, Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio, Ozzano, Rosignano, Sala e Vignale e i Comuni di Treville, Fubine Monferrato, Grazzano Badoglio, Ponzano Monferrato e Terruggia l’apertura congiunta di 40 infernot pubblici e privati, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00.

Il riconoscimento UNESCO alla radicata cultura del vino e allo straordinario paesaggio modellato dal lavoro dell’uomo, in funzione della coltivazione della vite e della produzione del vino non è stato un punto di arrivo per questa interessante realtà culturale e l’evento Il Monferrato degli infernot ha l’obiettivo di attivare una rete di collaborazioni, per una pratica condivisa di apertura di questi luoghi. Spiega Amilcare Barbero, presidente dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni: “Vogliamo avviare un processo che richiede comportamenti virtuosi e partecipativi, per condividere il valore e le opportunità che la nomina UNESCO può dare; un riconoscimento che appartiene al territorio e al patrimonio collettivo di cui dobbiamo essere consapevoli. L’auspicio è di riuscire a dare maggiore accessibilità agli infernot, per la maggior parte privati e quindi di difficile fruizione e accrescere la conoscenza del nostro territorio e delle sue radici”

Le visite degli inferont partiranno dai punti di ritrovo indicati per ciascun paese, dove saranno fornite le informazioni sui luoghi aperti alla visita. Complessivamente saranno visitabili una quarantina di infernot, fra le 10.00 e 12.00 e poi dalle 14.00 alle 18.00. Inoltre sarà possibile visitare altri luoghi di interesse in ogni Comune coinvolto.

In particolare, oltre ad aprire alcuni dei suoi  infernot, il Comune di Cella Monte inaugura con una passeggiata tra il capoluogo e la Frazione Coppi (e ritorno), il “Percorso/Mostra permanente di Arte Moderna accanto alle pietre antiche” con le opere di Gianni Colonna. Il pittore, di origini torinesi e allievo di Felice Casorati, ha scelto di vivere ed esprimere la propria creatività proprio in questo paese monferrino, lasciandosi spesso ispirare dalla dolcezza del paesaggio collinare. Recentemente, nel settembre 2016, ha esposto le proprie opere a Villa Maria, alla Colma di Rosignano Monferrato, in quella che è stata l’abitazione del pittore Angelo Morbelli e nella chiesetta di S. Antonio a Cella Monte.

Il ritrovo per la passeggiata con accompagnatore, dalla durata di circa due ore, è fissato per le ore 16,00 in Regione Sardegna. Alle 16.15 ci sarà la cerimonia di inaugurazione presso il palazzo comunale in Via Barbano 30, dove si trova il quadro che è stato recentemente donato alla comunità. Proprio questo dipinto sarà la prima tappa della mostra permanente in cui si potranno ammirare, camminando, le undici pregevoli opere del Maestro (alcune di carattere sacro) esposte sulle case e sulle chiesette, alternando lo sguardo verso gli scorci panoramici di straordinaria bellezza e le costruzioni in pietra da cantoni, il materiale sedimentario tipico di questo territorio. Eccezionalmente la “Madonna con Bambino e mela” sarà esposta nel cortile di Palazzo Volta, sede dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni.
“Il tutto raggiunge il risultato voluto, quello di unire l’amatissimo passato con la modernità del contemporaneo, come è giusto che sia, con una visione che può fare immaginare un futuro che ti porta lentamente verso l’eternità”. Con queste parole Gianni Colonna commenta la sua opera “Colori sulla pietra da cantoni”. Ed è proprio l’accostamento tra antico (il materiale delle costruzioni, le tradizioni del luogo) e il moderno (lo stile pittorico di Colonna), ad ispirare questa mostra a cielo aperto, godibile in tutte le stagioni con le varianti di colore dei vigneti e dei giardini.

Fonte: ecomuseopietracantoni.org