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Cerimonia a Roma, firmato il protocollo per il Centro Unesco di formazione, addestramento e ricerca sull’economia della cultura di Torino

Da questa settimana la difesa del patrimonio culturale mondiale passa per l’Italia: sono infatti nati a Roma i caschi blu italiani per la tutela della cultura nelle aree di crisi, fortemente voluti dal governo di Roma e dall’Unesco che con il programma #UNITE4HERITAGE ha voluto rispondere alle nuove emergenze create dal terrorismo internazionale.
Un ruolo importante nella difesa del patrimonio lo avrà anche il neonato Centro Unesco di formazione, addestramento e ricerca sull’economia della cultura di Torino. Un centro di eccellenza che formerà nuovi professionisti della cultura in grado di assumere il compito di preservare ”l’unica vera ricchezza dei paesi, la vivacità, la pluralità e la identità della propria cultura”.

Nel corso di una cerimonia a Roma, presso le Terme di Diocleziano, alla quale hanno partecipato la segretaria generale dell’Unesco Irina Bokova, i ministri Dario Franceschini (Beni culturali), Paolo Gentiloni (Esteri), Roberta Pinotti (Difesa), Stefania Giannini (Istruzione), il sindaco di Torino Piero Fassino e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio del Sette, è stata ufficialmente sancita martedì la nascita del gruppo e del Centro internazionale di formazione e ricerca sull’economia della cultura e del patrimonio internazionale che sorgerà a Torino, il cui protocollo d’intesa è stato firmato proprio da Fassino, Franceschini e Gentiloni.

Una task force di 60 persone, formata da carabinieri del Comando per la tutela del patrimonio culturale e civili esperti di arte, archeologia, restauro – da ieri pienamente operativa – è messa a disposizione dell’Unesco dall’Italia (primo paese ad accogliere l’invito venuto dalla conferenza di maggio a Milano) in quello che il ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha definito ”un passo moralmente dovuto in un’epoca nella quale non avremmo mai pensato di dover vivere le distruzioni cui stiano assistendo”. “I terroristi filmano gli attacchi e le devastazioni – ha spiegato il ministro – e quando le telecamere sono spente comincia il saccheggio e la vendita dei reperti”.

Del Sette, che ha presentato i ”suoi” carabinieri già vocati alla protezione del patrimonio artistico, ha ricordato che nel 1969 è stato costituito il nucleo originario del comando per la tutela del patrimonio che finora ha ottenuto grandi successi: recuprati oltre un milione e cento reperti, sequestrati migliaia di falsi d’autore, censiti milioni di pezzi. La task force, che dovrebbe contare su una trentina di carabinieri e altrettanti civili, utilizzerà e contribuirà al database dell’Interpol e sarà divisa in attività operativa, addestramento, banca dati e logistica. La ministra della Difesa Pinotti ha da parte sua ricordato i teatri nei quali sono stati e sono impegnati i carabinieri del Comando: dall’Iraq a all’Afghanistan hanno messo a frutto le competenze raggiunte in Italia nel lavoro di contrasto al crimine contro la cultura, ”sempre nel rispetto delle popolazioni, dei governi, degli usi e costumi, della cultura e dell’identittà dei paesi in cui intervengono”.
Ora la palla passa alla task force formata dai carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio, e dagli istituti del ministero per i Beni culturali, tra i quali l’Istituto centrale per il restauro di Roma e l’Opificio delle pietre dure di Firenze.

Fonte: onuitalia.com