VILLA BORGHESEVILLA BORGHESE - foto MM

Una partnership triennale tra un grande museo e uno dei più importanti brand del Made in Italy, per fare cultura. La Galleria Borghese di Roma e FENDI hanno presentato l’accordo nelle sale del museo, alla presenza del ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini.

Anna Coliva, direttore della Galleria Borghese, ha spiegato ad askanews:  “E’ un progetto di partenariato che andrà avanti negli anni e che sostiene per la prima volta anche un progetto di ricerca. Non è facile trovare sostegni ai progetti di ricerca, perché il risultato non è immediato, non è l’evento”. Il risultato, in questo caso, sarà il centro di ricerca Caravaggio Rersearch Institute, che verrà anche promosso nel mondo attraverso un programma espositivo internazionale, che partirà dal Getty Museum di Los Angeles, dedicato al grande artista secentesco, di cui la Galleria Borghese possiede un importantissimo corpus di opere.

“Il progetto – ha aggiunto Anna Coliva – ha l’ambizione di raccogliere in un database informatico la raccolta di tutti i dati possibili sulle opere di Caravaggio”. Altro elemento della partnership saranno le mostre temporanee, che si inaugurano con una grande esposizione sul Bernini dal 31 ottobre prossimo. E come anticipazione è già possibile ammirare il cantiere aperto del restauro della Santa Bibiana del grande scultore.

Pietro Beccari, presidente e amministratore delegato della casa di moda: “Oggi – ci ha detto – i gruppi devono essere interessati all’arte e alla cultura, perché non si vende più solo un prodotto, ma si vende un modo di vivere, un lifestyle, un set di valori ai quali il cliente si avvicina entrando in negozio. Non vuole più il prezzo e la borsa solamente, vuole sentirsi dire delle belle storie e io credo che di belle storie in Italia ce ne siano parecchie da raccontare, a noi sta dare il buon esempio, generare questa positività”.

Decisiva, per arrivare al risultato della partnership, la riforma dei grandi musei voluta da Franceschini. “Qui – ha detto il ministro ad Askanews – si vede cosa vuol dire avere un museo autonomo, con un bilancio, con un comitato scientifico, con la possibilità di investire in ricerca e in formazione, quindi non soltanto come è avvenuto in questi anni, aumentare molto il numero dei visitatori, ma aumentare anche l’attività scientifica dei musei. In secondo luogo, grazie alle norme nuove, dall’Art bonus alle sponsorizzazioni, che hanno consentito ai privati di avvicinarsi al mondo dei beni culturali, nasce una forma di altissima qualità tra un grande marchio italiano e un grande museo italiano”.

Fonte: ASKANEWS.IT