Acquedotto CarolinoAcquedotto Carolino

Inaugurato il nuovo impianto di illuminazione dei”Ponti della Valle”, al termine di un intenso lavoro di riqualificazione

I grandi fotografi lo sanno bene: la luce dà vita alla natura e all’architettura, in uno splendido dialogo di forme. Per riportare allo splendore l’Acquedotto Carolino, nel tratto conosciuto come i “Ponti della Valle”, dunque… è stata fatta luce. Da ieri sera, l’opera progettata dall’architetto Luigi Vanvitelli per portare l’acqua sin dentro la Reggia di Caserta, sarà illuminata grazie ad un intervento di riqualificazione del comune di Valle di Maddaloni, finanziato con i fondi  europei di sviluppo regionale.

L’Acquedotto fu ideato per portare l’acqua alle cascate e alle fontane della Reggia e – già all’epoca di realizzazione, XVIII secolo- fu considerato in tutta Europa, una delle opere di maggiore interesse architettonico e ingegneristico. Ci vollero 16 anni e l’intervento di matematici e architetti illuminati per realizzarlo: l’opera prelevava l’acqua nelle lontane falde del monte Taburno, dalle sorgenti del Fizzo nel territorio di Bucciano, in provincia di Benevento, e la trasportava, lungo un tracciato di circa 41 chilometri e per lo più interrato, fino alla Reggia borbonica. Lungo il percorso, il culmine dell’opera idraulica si colloca sulla valle di Maddaloni: qui l’acquedotto raggiunge i 60 metri di altezza e i suoi 528 metri di lunghezza sono interamente percorribili, proprio lungo il tratto  chiamato “Ponti della Valle”.

Con la Reggia di Caserta, il Belvedere di San Leucio e alla Reale tenuta di Carditello, l’Acquedotto Carolino era un sito reale ma, come gli altri luoghi, non era solo dedicato allo svago della famiglia reale borbonica e della sua corte ma faceva parte di un vasto sistema, organizzato dai Borboni, per lo sviluppo del territorio attorno alla splendida reggia. Il complesso, per la sua maestosità e per la straordinaria testimonianza architettonica, storica e sociale del passato, nel 1997 è diventata patrimonio mondiale dell’Unesco.

Il progetto di riqualificazione e valorizzazione del sito dell’Acquedotto Carolino è partito dal Comune di Valle di Maddaloni, il cui sindaco si è detto soddisfatto dell’intervento svolto: “Dopo oltre 250 anni – ha commentato Pascarella – è toccato a noi mettere mano ai Ponti della Valle, grazie anche alla sinergia con la Reggia di Caserta.  Di questo ne siamo particolarmente orgogliosi, perché è il caso di dire che l’opera in questo modo rivive sotto una nuova luce”.

E proprio di luce si tratta: la possente struttura vanvitelliana in tufo a tre ordini di arcate, poggianti su 44 piloni, è stata abbracciata da fasci di luce al led, in una costruzione che rende perfettamente la maestosità e la possanza dell’intero acquedotto. L’intervento è cominciato con la pulizia della vegetazione infestante, implementato con la  riqualificazione delle vie di accesso al monumento e – infine –  è stato realizzato l’impianto di illuminazione per  valorizzare il bene artistico. Le arcate del primo ordine sono illuminate da 24 apparecchi con proiettore da 45 watt, mentre i piloni saranno illuminati da 14 fari da 126 watt. Per le arcate del secondo e terzo ordine vengono utilizzato altri  112 apparecchi lineari. Un intervento importante, che pone luce – è il caso di dire! – sul rapporto fra i siti UNESCO, le comunità e le amministrazioni locali.

“Spero che questo sia il primo di altri interventi importanti sull’Acquedotto carolino. – ha detto alla stampa  Leonardo Ancona, responsabile dell’ufficio parco e acquedotto della Reggia di Caserta – In passato abbiamo provato a coinvolgere le varie amministrazioni comunali, ma con scarso successo. Oltre i Ponti della valle, su 40 chilometri di percorso, abbiamo anche altre opere importanti su Moiano e su Sant’Agata dei Goti e speriamo di poter intervenire presto anche in questi altri comuni”.

Ad inaugurare l’opera nella sua nuova luce era presente il Sottosegretario ai beni culturali e al turismo, Antimo Cesaro, che ha commentato positivamente la rivoluzione che si sta portando alla gestione del patrimonio culturale campano. “Dopo decenni di incuria e degrado, finalmente, la politica nazionale e locale marciano nella stessa direzione ed hanno individuato nei beni storici e artistici un fattore di sviluppo e di rinascita anche civile”.

“I lavori di riqualificazione ed illuminazione dei Ponti dell’Acquedotto Carolino da questo punto di vista sono emblematici perché riportano la luce, in tutti i sensi, ad uno dei simboli dell’ingegneria borbonica, dal 1997 patrimonio Unesco insieme alla Reggia di Caserta e al Complesso di San Leucio. L’intervento è stato possibile grazie ai Fondi Por Fesr Campania 2007-2013 e dimostra, così come sta accadendo a Pompei e alla stessa Reggia, che con una governance competente e una stretta collaborazione tra diversi soggetti locali e nazionali si possano utilizzare i fondi europei per riqualificare un bene culturale e rilanciare un intero territorio. In tal senso – ha spiegati ancora Cesaro- per il periodo 2014-2020 Il MiBACT, attraverso il PON “Cultura e Sviluppo” potrà contare su altri 360 Milioni a disposizione delle Regioni del Mezzogiorno per la tutela e la valorizzazione di 60 grandi Attrattori e proseguire così negli investimenti finalizzati a fare della Cultura il motore anche economico del Mezzogiorno”.