In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio e di Domenica di Carta 2020 l’Archivio di Stato di Verona ha deciso di aderire anche quest’anno con il proprio personale per testimoniare il desiderio di rilancio delle attività e delle iniziative che l’Istituto vuole proporre alla cittadinanza in un momento così complesso e delicato della nostra storia e aprirsi al pubblico sia pure in modo contingentato e nel pieno rispetto delle regole previste per il contenimento del contagio da Covid-19.

La prima giornata delle Giornate Europee del Patrimonio prevista per sabato 26 settembre, dalle ore 10.00 alle ore 12.30, è dedicata alla presentazione del progetto dell’Istituto Centrale per il Catalogo e per la Documentazione (ICCD) incentrato sulla catalogazione e inventariazione del patrimonio di Franca Rame e Dario Fo qui custodito dal 23 marzo 2015, vigilia del 90° compleanno di Dario Fo. Nel 2017 l’ICCD ha infatti ricevuto dalla Direzione generale Educazione e ricerca l’incarico di coordinare una serie di interventi volti alla catalogazione e inventariazione dell’Archivio Franca Rame Dario Fo al fine di favorire la migliore fruizione possibile del complesso documentale, la cui rilevanza culturale, oltre ad essere stata rimarcata con la dichiarazione di interesse storico particolarmente importante, è internazionalmente riconosciuta.

Il patrimonio consiste di migliaia di immagini e oltre 600 ore di audio-video, libri, disegni, bozzetti, fotografie, oggetti collegati all’attività teatrale, maschere e costumi, oltre che di rilevante materiale relativo all’attività politica e teatrale della coppia Fo Rame, cui si aggiungono i documenti prodotti nel corso dell’amministrazione della Compagnia teatrale Fo Rame e la documentazione dell’antica compagnia teatrale Famiglia Rame.

Il progetto è stata un’occasione di incontri, giornate di studi, spettacoli ed eventi con università, scuole e Accademie e, per il valore artistico e la ricchezza dei contenuti del patrimonio, è stato presentato nell’ambito di altri progetti europei dedicati alle arti performative.

La natura dell’archivio impone infatti un modello di rappresentazione della conoscenza volto a superare le tradizionali suddivisioni disciplinari (archivistica, bibliografica e storico-artistica) e, pur rispettando le peculiarità di ciascun ambito, mira ad un approccio transdisciplinare alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Nella seconda giornata, prevista per domenica 27 settembre, dalle ore 10.00 alle ore 12.30, l’Archivio di Stato allestisce in forma digitale la mostra “L’Adige e Verona. Ingegneria e città tra Otto e Novecento”. Essa raccoglie precedenti iniziative – organizzate nel 2016 con l’ordine degli Ingegneri di Verona e nel 2019 con il progetto ARCOVER – che hanno avuto come obbiettivo l’indagine del rapporto tra la città e il fiume, che mutò radicalmente a seguito della piena dell’Adige del settembre 1882.

La mostra, organizzata in collaborazione con l’Associazione AGILE, l’Archivio del Comune di Verona e la Biblioteca Civica, è stata realizzata con due obbiettivi principali: da un lato si è voluto evidenziare il ruolo degli ingegneri nel progetto e nella realizzazione di questa fase di transizione e in un momento in cui la fragilità del territorio ritorna di drammatica attualità. Dall’altro invece è stato uno strumento per far conoscere il ricco patrimonio conservato negli Archivi cittadini, che diventa uno strumento fondamentale per la comprensione, il progetto e quindi la tutela del territorio.

La mostra è divisa in due parti: la prima racconta i lavori di costruzione dei muraglioni subito dopo la piena (1882-1895) attraverso le immagini della campagna fotografica di Giuseppe Bertucci del 1890-94 (conservata presso la Biblioteca Civica), i documenti di progetto esecutivo dei muraglioni (conservati presso l’Archivio del Comune) e altra documentazione dell’epoca (conservata presso l’Archivio di Stato). La messa in rete del materiale grafico con quello fotografico fanno comprendere meglio la portata dei lavori e la drammaticità delle conseguenze sul tessuto urbano delle nuove infrastrutture.

La seconda invece testimonia la fine dei lavori in difesa dell’Adige, ultimati nel corso del Novecento in un contesto economico, tecnologico e politico differente, che hanno visto il rifacimento dei Lungadige Attiraglio, Campagnola e di San Giorgio, dove vennero demolite le ultime case sull’Adige per far posto al lungadige “del Littorio”, inaugurato nel 1936. In questo caso i lavori sono stati documentati dalle immagini di cantiere raccolte nel Fondo Fotografico dell’ex Ufficio statale del Genio Civile, oggi conservato presso l’Archivio di Stato.

La mostra è fruibile on-line sul sito dell’Archivio di Stato di Verona, attraverso delle tavole esplicative e del materiale inedito per il quale rinviamo al link del nostro sito per poter visualizzare e scaricare il materiale. L’iniziativa è gemellata con la mostra digitale “Ingegneria del Tevere a Roma. un racconto dai documenti dell’Ufficio speciale del genio civile per il Tevere e l’agro romano”, promossa dall’Archivio di Stato di Roma e visitabile sul proprio sito.

A latere degli eventi fin qui descritti, vi saranno contributi anche dal mondo della scuola con la partecipazione di insegnanti e di una piccola rappresentanza studenti dell’Accademia delle belle arti e di Istituti scolastici scientifici e tecnici come il Fracastoro, il Cangrande e l’Einaudi.

Le iniziative delle Giornate Europee del Patrimonio si svolgeranno in presenza nella sala polifunzionale dell’Archivio di Stato, con ingresso dalla hall del Magazzino 1.

L’ingresso del pubblico ad entrambi gli eventi avverrà su prenotazione fino all’esaurimento dei posti assegnabili, nel pieno rispetto del distanziamento sociale e di tutte le misure previste per il contenimento del contagio da Covid-19.

 

Fonte: Archivio di Stato di Verona