Pubblichiamo qui una nota inviata alla stampa dalla Direttrice del Polo Museale della Puglia, Mariastella Margozzi, in risposta alle critiche mosse dall’Associazione delle Guide Turistiche Abilitate, a seguito della riapertura di Castel del Monte secondo le modalità riportate da un nostro articolo >>

Condividiamo il messaggio della Direttrice Margozzi, poiché ella –   rispondendo sulle criticità segnalate dall’AGTA – mette a fuoco una condizione di difficoltà del Sito Patrimonio Mondiale UNESCO, che “pur essendo accreditato presso l’ UNESCO non ha ancora tutti quei requisiti necessari per competere con i grandi attrattori italiani ed internazionali”, dando una serie di elementi che testimoniano la condizione di criticità comune a molti siti del Patrimonio Mondiale, presenti prima dell’emergenza sanitaria e sicuramente aggravata dalla stessa. 

 

“Castel del Monte è, come tutti gli operatori del settore culturale sanno, proprietà del Mibact e in gestione alla Direzione regionale Musei Puglia (già Polo museale della Puglia), dipendente dalla Direzione Generale Musei.

Aperto 7 giorni su 7 dalle 9,30 alle 19,30 fino all’8 marzo scorso, ha rappresentato il monumento più visitato della Puglia con circa 300.000 visitatori l’anno. A seguito dell’emergenza da Covid-19, insieme a tutti i luoghi della cultura statali, ha purtroppo chiuso al pubblico fino a 30 giugno. Come per tutti gli altri 14 siti della Direzione Regionale Musei Puglia, pur essendo chiuso non ha mai smesso di essere presidiato dal personale AFAV del Ministero, con grande senso di responsabilità, essendo come si sa un monumento assai isolato nel territorio. Sono state adottate tutte le misure di sicurezza per il personale e per l’accesso delle ditte esterne che sempre hanno continuato le manutenzioni ordinarie e straordinarie.

Nella cosiddetta Fase 2 dell’emergenza, recependo la direttiva Mibact sulla riapertura dei siti museali, la DRM ha svolto per tutti i suoi siti un grande lavoro di preparazione, mettendo in atto tutte le disposizioni igienico-sanitarie possibili per la tutela dei turisti che sarebbero arrivati a visitare il sito, a discapito del loro numero e di conseguenza degli evidenti mancati introiti. E cito non solo di tutti i dispositivi di protezione, ma anche della segnaletica di informazione, dei distanziatori e, non ultimo aspetto, dei bagni per il pubblico di Castel del Monte, che non sufficientemente rispondenti alle disposizioni anti Covid, sono stati temporaneamente sostituiti da container bagni messi a disposizione dalla Protezione Civile, con grande spirito di collaborazione.

Allo stesso modo il Comune di Andria ha messo a disposizione navette di collegamento con il sito, controllo della ZTL, divieto sosta degli ambulanti, personale a supporto per il controllo del flusso di visitatori in esterno al Castello. Insieme a tutti gli Enti del territorio abbiamo condiviso strategie e modalità, con grande attenzione alle problematiche del sito, che pur essendo accreditato presso l’ UNESCO non ha ancora tutti quei requisiti necessari per competere con i grandi attrattori italiani ed internazionali, basti pensare anche solo alla mancanza di accessibilità per i disabili, che tuttavia l’attuale Amministrazione sta cercando di superare con un progetto ad hoc da realizzare entro l’anno.

Come per tutti i Musei d’Italia, la ripartenza è stata, ed è ancora, nell’ordine della “gradualità” e della gestione costante della sicurezza. Essa è stata sancita da un Decreto della Direzione regionale Musei Puglia e anticipata in tutte le sue modalità da un Comunicato stampa diramato quando tutte le problematiche, alcune delle quali assai complesse, sono state risolte. Il principio della gradualità e della cautela ha comportato una drastica riduzione del numero possibile di visitatori, che nel caso specifico di Castel del Monte sono stati calcolati in 18 unità per fascia oraria per un totale di 9 fasce orarie. Tutti i gruppi devono essere accompagnati dal personale del Mibact e, nello specifico caso, l’abbiamo espressamente dichiarato nel comunicato, anche dalla guida messa a disposizione dal Concessionario Nova Apulia, secondo il piano dei servizi di accoglienza contrattualizzati con lo stesso e parte fondamentale della Concessione. Ciò non significa esclusione di altri operatori, ma solo modalità di ripartenza graduale, da verificare in corso d’opera.

Le proteste risultano, pertanto, intempestive, in considerazione di una riapertura che è avvenuta solo 4 giorni fa. Come noto, per i siti più “gettonati” le indicazioni del superiore Ministero sono state quelle di privilegiare la prenotazione e la vendita dei biglietti on line, soprattutto per gestire meglio i flussi dei visitatori, comunque previsti in maniera ridotta rispetto al periodo pre Covid. Questo sistema, anch’esso in sperimentazione, è monitorato ogni giorno e certo suscettibile di miglioramento, ma non di eliminazione.

Nessuna Associazione ha mai chiesto all’Amministrazione, in questa fase emergenziale di preparazione alla ripartenza, in quale modo potessero partecipare alla condivisione eventuale, graduale, organizzata della modalità di visita all’interno del sito. Come si può pensare di ritornare alle modalità precedenti, ignorando tutte le problematiche legate all’emergenza sanitaria che vanno affrontate e risolte nell’interesse di tutti? Niente potrà essere come prima, nella nostra vita quotidiana e anche nella nostra modalità di offrire cultura; facciamocene una ragione. Al contrario, avrebbero potuto avanzare proposte di accordi o convenzioni con cui intervenire a far fruire meglio il sito ai visitatori, per esempio senza la calca abituale, senza la selvaggia modalità di abbordaggio dei visitatori all’esterno del Castello o la pretesa di far entrare gruppi non prenotati, adducendo l’impossibilità di prenotarsi e ignorando delle direttive legittime e doverose da parte di chi gestisce il Sito in questa prima fase. La modalità che prevede l’ingresso di gruppi non prenotati, infatti, è prevista in una fase ulteriore di ripartenza, ma ha evidentemente necessità di essere organizzata in ogni suo aspetto con i tempi giusti. Purtroppo, nessuno ha pensato alla sicurezza anti-contagio o al rispetto delle prescrizioni imposte dalla normativa corrente e attuate fino all’ultima virgola dall’Amministrazione e anche dal Concessionario ai fini della salute dei visitatori, ma anche dei propri operatori. Invece, tutte le proteste si focalizzano sulla mancata entrata di gruppi non prenotati accalcatisi all’esterno e di guide che, in quanto operatori esterni all’Amministrazione, devono essere accreditati secondo quanto previsto dal Documento di Valutazione dei Rischi del Monumento.

Questa Amministrazione non si è mai rifiutata di fare confronti, ma nessuna proposta è giunta in questi mesi da chi oggi si sente depredato di un diritto, ignorando che ci debba essere un accordo preventivo che pianifichi il “come”, in un sito che è gestito da altri, con i quali bisogna in ogni caso interfacciarsi. Castel del Monte, come ogni sito culturale italiano e del mondo, ha diritto a maggiore rispetto, a maggiore partecipazione costruttiva nella gestione da parte i quelli che dovrebbero comportarsi da veri operatori culturali e non può essere ridotto a piazza di una protesta che è comprensibile solo in considerazione dei tempi storici che viviamo, ma non condivisibile perché dettata da interessi che non sono quelli del bene comune né quelli dei visitatori che vogliono godere del Monumento nel migliore dei modi e da una non approfondita conoscenza della normativa vigente. Questa Amministrazione, tuttavia, pur rigettando fermamente tutte le accuse e le infamie gratuite mosse sui media e sui social, è e rimarrà aperta a tutti i futuri confronti civili e rispettosi con le Associazioni di categoria e i tour operator per dialogare circa le modalità di fruizione in progressione graduale del numero dei visitatori e delle guide abilitate ammesse e sempre nella totale trasparenza organizzativa e nel pieno rispetto del Sito.”

Mariastella Margozzi