Il Comune di Cerveteri ha impugnato al TAR la determina sulle aree bianche della Città Metropolitana di Roma. A raccontarlo il sindaco della città, Alessio Pascucci, che spiega come nell’atto di impugnazione si chieda “l’annullamento della Determinazione Dirigenziale R.U. 5545 del 20/12/2018, che stabilisce i criteri di localizzazione degli impianti individuati dal Piano di Gestione dei Rifiuti del Lazio approvato con D.C.R. n. 14 del 18 gennaio 2012 in quanto tale localizzazione non tiene conto delle osservazioni portate dal Comune di Cerveteri relative a puntuali riferimenti a vincoli diretti relativi alle c.d. zone bianche rimasti inspiegabilmente prive di riscontro e valutazione nei provvedimenti della Città Metropolitana.”.

Pascucci ha spiegato che tale determina individua le cosiddette aree bianche, ovvero i territori all’interno della provincia di Roma nei quali è possibile conferire i rifiuti o impianti di gestione degli scarti prodotti da Roma Capitale, e che  “le aree appresso identificate come nn. 1, 2 e 3, risultano essere ricomprese nel perimetro del Piano di Gestione UNESCO di Cerveteri e Tarquinia il quale rappresenta lo strumento principale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, storico ed archeologico del Comune di Cerveteri ed è il punto cardine dell’intera azione amministrativa”.
Tanto basterebbe a far ritenere “radicalmente inidonee ad ospitare discariche ed impianti tutte le aree bianche, nessuna esclusa, erroneamente indicate all’interno del Comune di Cerveteri da Città Metropolitana.
Deve tuttavia ulteriormente rilevarsi “come non solo in prossimità, ma addirittura all’interno di tutte e sei le aree classificate come “bianche” da Codesta Amministrazione, come più dettagliatamente precisato in seguito, si rilevi la presenza di case sparse e/o edifici, oltre ad una serie di aziende con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art. 21 del D.lgs. 18 maggio 2001 n. 228, che costituiscono una risorsa di particolare interesse provinciale e regionale che questa stessa Amministrazione considera essere fattori di attenzione progettuale, ritenendo penalizzati gli impianti che sorgono in prossimità di tali aree.
Considerato che il 78% dei rifiuti prodotti nel territorio di Città Metropolitana proviene da Roma Capitale “è ovvio che qualsiasi sito destinato ad ospitare la detta percentuale non possa essere individuato come nel caso di specie all’estremo nord in posizione indiscutibilmente decentrata. Le strade di collegamento verso i siti ipotizzati sono costituite da carreggiate di campagna insufficienti ed inidonee ad ospitare il traffico dei mezzi pesanti provenienti da una realtà come Roma; non risulta presente alcun collegamento ferroviario trattandosi di zone prettamente rurali.

<<Come sindaco di Cerveteri ho il dovere di tutelare il mio territorio e farò tutto quanto in mio potere per impedire che i rifiuti di Roma vengano scaricati nel nostro territorio che è fra l’altro sito Unesco. – ha sottolineato il sindaco di Cerveteri, da mesi impegnato in questa campagna contro lo “sversatorio UNESCO”-  Il nostro Comune per quanto riguarda la raccolta differenziata a febbraio del 2019, anche grazie al grande lavoro dell’Assessora all’ambiente Elena Gubetti, ha raggiunto il 70,34%, ben 25 punti percentuali sopra la media della regione Lazio che è al 45.5%. Numeri che sono frutto del lavoro di questa Amministrazione con il contributo dei nostri concittadini. La sindaca Raggi prenda esempio dai tanti comuni come il nostro che rappresentano un modello virtuoso di gestione del ciclo dei rifiuti e abbandoni l’idea ingiusta e irresponsabile di scaricare sui nostri territori l’incapacità e l’incompetenza nel gestire l’emergenza rifiuti della Capitale.>>