I monaci Benedettini della Congregazione Camaldolese oltre otto secoli fa hanno avviato una gestione etica delle risorse ambientali? Nel tempo hanno costituito un insieme di norme e di saperi, conosciuto come “Codice forestale camaldolese”, finalizzato a promuovere uno sviluppo della vita economica e sociale delle comunità in armonia con la conservazione del paesaggio e delle tradizioni. Il Codice caratterizza tuttora la vita di numerose comunità degli Appennini italiani e di molte aree del mondo, dall’India alla Tanzania, dagli Stati Uniti al Brasile.

Lo scorso 29 settembre, la Fondazione UniVerde presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio ha organizzato presso la Chiesa di San Gregorio al Celio a Roma un incontro dedicato alla tutela delle aree boschive per la sicurezza del territorio e per la lotta al cambiamento climatico e al progetto di recupero storico e culturale delle pratiche del Codice forestale camaldolese.

Tra i relatori anche il Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Enrico Vicenti, che nel suo intervento ha parlato del percorso di iscrizione del Codice forestale camaldolese nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO: «Il Codice e le pratiche di gestione forestale camaldolesi rappresentano un patrimonio complesso e dalla straordinaria tenuta storica……Il Codice etico dei monaci camaldolesi e la sua diffusione in contesti talvolta inaspettati – pensiamo alla sua fortuna nel Kerala o in Tanzania – dimostrano come le leggi e le consuetudini possano talvolta assumere un valore universale, superando i confini tra culture in apparenza distanti. Consuetudini che diventano un patrimonio condiviso delle diverse comunità, si tramandano di generazione in generazione e si dimostrano nella loro pratica un eccezionale strumento per incidere non soltanto nella tutela dell’ambiente, ma anche nel dialogo tra i popoli».

L’attualità di queste tematiche è stata ribadita dalle stesse Nazioni Unite con l’adozione dell’Agenda 2030, nella quale viene posta in evidenza la centralità delle pratiche di utilizzo consapevole delle risorse ambientali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

Fonte: UNESCO.it