Con il seminario del 9 ottobre 2020, è partito un ciclo di webinar a “rete”, diluito nel tempo dal23 ottobre 2020 fino alla sesta edizione della Settimana della Cultura digitale (3-10 Aprile 2021). Un ciclo di webinar settimanali – – coerente con le linee d’azione previste nel Protocollo d’Intesa siglato nel febbraio 2016 e rinnovato il 30 settembre 2019- tra la Direzione Generale Educazione e Ricerca del MiBACT e DiCultHer e con il Patrocinio di ICOM Italia-, per affrontare i temi attinenti al Patrimonio culturale e la Convenzione di Faro nell’era digitale, declinati attraverso le sensibilità e le esperienze delle comunità scientifiche e educative di riferimento del Network dell’Associazione internazionale DiCultHer. 

Siamo convinti che la piena adozione di questa Convenzione non può rappresentare che una grande opportunità per le Comunità scientifiche, educative e le comunità patrimoniali, per i processi di partecipazione e presa in carico dei patrimoni, per il rafforzamento della dimensione collettiva e delle pratiche di salvaguardia e valorizzazione dei patrimoni culturali condivisi dalle comunità, dall’associazionismo, dai gruppi informali dalla Scuola.

La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società – questa la sua definizione e titolazione ufficiale – insiste sul diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale agganciandolo direttamente alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e, per ciò stesso, rivendicando il valore di diritto fondamentale e inalienabile dei soggetti e delle comunità, come elemento di sviluppo sia economico che culturale sostenibile e come strumento basilare di democrazia oltre che di empowerment comunitario. Nella sostanza, nel corso di questi anni la Convenzione ha innescato una profonda rivisitazione del concetto di Eredità Culturale legandola indissolubilmente alle comunità, ed ha assunto un ruolo cruciale laddove auspica un uso critico e consapevole dei canali e delle forme di espressività offerte dalle tecnologie digitali come veicolo di inclusione ampia di componenti sociali e culturali diverse, come opportunità concreta di partecipazione di tutte le diverse componenti sociali, culturali, generazionali alla definizione di una identità che le rappresenti, come strumento di autorappresentazione e definizione negli spazi pubblici del patrimonio culturale condiviso, ma anche per la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici presenti nei territori per un protagonismo consapevole nell’esercizio del proprio diritto alla cultura, del diritto all’istruzione, del diritto all’innovazione. Le metodologie e tecnologie digitali, infatti, stanno offrendo la possibilità di raccogliere, condividere e archiviare/conservare forme espressive dei diversi gruppi, realizzando con ciò l’obiettivo sia di empowerment e presa di coscienza delle entità condivise, sia di selezionare, porre in valore, discutere criticamente ciò che ci rappresenta e fonda il patto comunitario di convivenza esteso alla comunità più ampia, digitale e per ciò stesso inclusiva.

Per DiCultHer, favorire e costruire condizioni, perché queste capacità critiche e abilità siano conseguite nello spazio formativo che scandisce i tempi più importanti dei nostri cicli di vita, significa contribuire fattivamente alla definizione di una titolarità culturale del patrimonio e a una sua gestione condivisa e consapevole attraverso la sua “presa in carico”, per la piena realizzazione di una cittadinanza attiva. Ben oltre, quindi, il semplice utilizzo delle sole tecnologie in funzione abilitante ai fini della valorizzazione – ovvero come strumenti atti a favorire processi di semplice aggiornamento e digitalizzazione dell’esistente, il ‘sapere’ digitale offre occasioni di ri-configurazione complessiva delle entità e dei luoghi culturali come ‘eredità comuni’. In questo senso, il digitale sta assumendo valenza metodologica ed epistemologica, strutturale e di contesto, all’interno della quale avviare una nuova ermeneutica della Cultura e dell’Eredità Culturale, e la sua introduzione ha favorito e sta favorendo l’emergere di occasioni strategiche di riorganizzazione dei saperi, di apertura alle entità e ai contenuti, di accesso alle forme stesse del contemporaneo.

Ambiti questi propri della rete DiCultHer per veicolare l’uso e la consapevolezza del valore delle tecnologie digitali per la salvaguardia, rappresentazione e valorizzazione dei patrimoni culturali – materiali e immateriali – tra le ragazze e i ragazzi delle nostre scuole di vario ordine e grado, con progetti e sfide proposte agli insegnanti e alle classi per la conoscenza, approfondimento e restituzione dei saperi e delle emozioni relative ai patrimoni culturali. Si tratta di progetti e sfide che operano anche come strumento potente di lotta all’esclusione e al pregiudizio, di crescita del senso di appartenenza, ma anche di democrazia e condivisione, di rafforzamento di un’attitudine dialogica e aperta alle diversità intese come valore per tutti, anche grazie alla straordinaria capacità di disseminazione fornita dal digitale e dalla straordinaria partecipazione di queste giovani generazioni di “nativi digitali”.

In questa direzione, tutto l’impianto progettuale di DiCultHer, reso evidente nelle azioni assunte nella programmazione annuale,  ha creduto e crede nel nuovo protagonismo delle giovani generazioni nei processi di catalogazione e valorizzazione dei patrimoni culturali materiali, ma anche degli insiemi di pratiche e saperi immateriali che determinano il senso di appartenenza ai luoghi, l’impegno nella cura dei beni comuni, la responsabilità verso i paesaggi condivisi, il rispetto della molteplice e caleidoscopica ricchezza dei modi di abitare il mondo e di fare comunità.

PROSPETTIVE PER IL MONDO DELLA SCUOLA E DEGLI OPERATORI CULTURALI NEI VARI “LUOGHI” DELLA CULTURA”. 

Nella recente Relazione sugli ostacoli strutturali e finanziari nell’accesso alla cultura della Commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento europeo (14 maggio 2018)  viene sottolineato come la mancata partecipazione a eventi culturali nell’UE sia motivato per lo più da una mancanza di interesse da parte dei cittadini e considera il livello di istruzione uno dei fattori più importanti che influiscono sul grado, ma anche e soprattutto sulla qualità, della partecipazione alla cultura. Tra le sfide indicate vi è il ruolo chiave del digitale, delle istituzioni scolastiche e delle Istituzioni e dei luoghi della cultura, come opportunità per qualificare la “domanda di cultura, per superare le barriere nell’accesso e nella partecipazione alla cultura a fronte dei preoccupanti dati Eurostat ed Eurobarometro2 sul fenomeno.   

  • Come sostanziare la ‘cultura digitale’ nel mondo dell’istruzione?
  • E in che modo l’insegnante, nell’era della network society e delle tecnologie educative digitali, può declinare un ruolo nuovo come learning curator, cioè guida di percorsi, risorse e conoscenze, affiancando i giovani nei loro percorsi di crescita e di successo formativo?
  • Come andare oltre le mere indicazioni di trasformare le attività di apprendimento in presenza in attività di apprendimento a distanza, iniziando a disegnare una FAD/DAD, sia essa sincrona o asincrona, assoluta o blended, che preveda un coinvolgimento importante degli studenti?
  • Come passare da una didattica a distanza ad una didattica digitale evitando di far stare il ‘vecchio’ nel ‘nuovo’?
  • Come in una pratica di ‘learning by doing’, le attività possono consentire agli studenti l’esercizio della creatività in autonomia, come per es., annotare una fonte, costruire un modello 3D di oggetto culturale, fare un webGIS, confrontare analizzare e pubblicare dati, scrivere una pagina di Wikipedia, codificare un testo, programmare un software, ecc.? 
  • Come studenti/gruppi di studenti possono creare/co-creare percorsi culturali digitali – dotati di finalità, strumenti, modalità di uscita, interfaccia, qualità dei dati, etc., nella consapevolezza dell’insieme delle problematiche che riguardano il design, la messa in opera, il mantenimento, la valutazione e la conservazione di un progetto digitale?
  • Ma come i nostri Docenti, “ingabbiati” nelle materie curriculari, possano operare “in Classe” per far affermare principi quanto mai importanti e fondamentali sottesi allo spirito della Convenzione di Faro per la TITOLARITÀ’ CULTURALE e la “Presa in carico” di una responsabilità comune e condivisa rispetto a un bene comune che ereditiamo dal passato e che abbiamo la possibilità di progettare e co-creare oggi nell’ambito degli ecosistemi culturali in cui viviamo, sperimentiamo ed esercitiamo, con la prospettiva di lasciare a nostra volta questa eredità a chi verrà dopo di noi?
  • Come fare spazio, tra le discipline tradizionali, all’educazione al patrimonio culturale nella sua globalità, superando la visione estetizzante dell’insegnamento della sola storia dell’arte e dando spazio alla co-creazione di nuovo patrimonio culturale da parte dei giovani e delle comunità di patrimonio di cui fanno parte?

Come sottolineato, la Convenzione di Faro ha infatti innescato una profonda rivisitazione del concetto di Patrimonio/Eredità Culturale, legandola indissolubilmente alle comunità, e assume oggi un ruolo cruciale laddove auspica un uso critico e consapevole dei canali e delle forme di espressività offerte dalle tecnologie digitali come veicolo di inclusione ampia. Ben oltre, quindi, il semplice utilizzo delle mere tecnologie in funzione abilitante ai fini della valorizzazione – ovvero come strumenti atti a favorire processi di semplice aggiornamento e digitalizzazione dell’esistente, il ‘sapere’ digitale offre e stà offrendo occasioni di ri-configurazione complessiva delle entità e dei luoghi culturali come ‘eredità comuni’: il digitale sta infatti assumendo sempre di più valenza metodologica ed epistemologica, strutturale e di contesto, attraverso l’integrazione fra saperi umanistici tradizionali e conoscenze di metodi e tecniche computazionali nella strutturazione della nuova Cultura Digitale.

  • Ma come rendere protagonisti i nostri Docenti impegnati a favorire la didattica digitale, che rappresenta e realizza inevitabilmente un approccio al di sopra degli ambiti disciplinari di pertinenza, per affrontare “ecosistemi” di conoscenze e competenze strutturate perché siano allineate alla rapidità evolutiva che caratterizza il tempo che stiamo vivendo?
  • Come le nuove alfabetizzazioni, ma soprattutto le conoscenze e competenze inter-, trans- e multidisciplinari da sviluppare, con particolare attenzione al rafforzamento della produzione e comprensione di contenuti complessi e articolati e che danno sostanza e prospettive “educative” al passaggio dal paradigma della formazione in presenza a quello della formazione digitale, permettono di sperimentare  ed adottare modelli di interazione: nelle forme, nei tempi e nei modi della comunicazione; nei linguaggi, nelle domande poste e nelle risposte attese; nella proposta e nell’apertura a nuovi contenuti?
  • Come in questo contesto possiamo sostenere gli attuali e futuri processi partecipativi per valorizzare e consolidare, all’interno del mondo scolastico, la conoscenza collettiva di pratiche e saperi specifici delle ‘comunità patrimoniali’ nei territori, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Faro? e allo stesso tempo favorire nei ragazzi la progettazione e l’implementazione di contest per la  ‘titolarità’ individuale e collettiva del patrimonio e dell’eredità culturale? Come sostenere il superamento delle barriere tra discipline, oltre che delle differenze di età, cultura, provenienza, abilità ecc. per un Nuovo Umanesimo (Indicazioni Nazionali 2012) e verso una ‘cittadinanza del mondo’ consapevole, responsabile, attiva e perciò disponibile alla salvaguardia e alla valorizzazione dei patrimoni di cui dispone l’umanità (Buona Scuola e UN 17 SDG)?
  • Come, in pratica, facilitare l’inserimento trasversale del mainstreaming di genere in ogni ambito e attività. (MIUR Linee Guida 2017 e Agenda 2020 e 2030)?.

SONO QUESTE LE PRINCIPALI DOMANDE POSTE ALLA BASE DELLA PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITÀ’ ANNUALI DI DICULTHER E ALLA BASE DI QUESTO CICLO DI APPROFONDIMENTI CHE AFFIANCANO TALE PROGRAMMAZIONE, INTEGRANDOLA, NELL’INTERESSE COMUNE DI RENDERE PROTAGONISTA LA NOSTRA COMUNITÀ’ EDUCANTE NEL TEMPO CHE VIVIAMO.

INDICATIVAMENTE, I TEMI CHE SARANNO PROPOSTI, IN PARTE ASCRIVIBILI ANCHE AL NUOVO INSEGNAMENTO DI EDUCAZIONE CIVICA, RIGUARDANO, LA TITOLARITÀ’ CULTURALE, ESERCITATA CON DIRITTO, LE COMUNITÀ’ PATRIMONIALI E LA  COMUNICAZIONE DEL VALORE DEL CULTURAL HERITAGE ED IN PARTICOLARE:

  • Modelli e strumenti per la rappresentazione della conoscenza nello studio del patrimonio culturale; 
  • Modelli e strumenti per la formazione e l’educazione alla conoscenza del patrimonio culturale 
  • Modelli  di comunicazione del VALORE del patrimonio culturale e loro impatto nella conoscenza e nell’educazione.
  • Problematiche e strategie inerenti la conservazione (in termini di persistenza, provenienza, autenticità) dei dati.
  • Modelli e strumenti per la facilitazione del diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale del proprio territorio;
  • Modelli e strumenti per il potenziamento della conoscenza e dell’accessibilità del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico
  • Modelli e strumenti per la facilitazione dell’accessibilità e il coinvolgimento della comunità civile nella valorizzazione del patrimonio culturale; 
  • Esperienze e buone prassi di contenuti curricolari digitali potenzialmente ri-utilizzabili (Open Educational Resources);
  • Esperienze e buone prassi di costruzione di percorsi innovativi per stimolare la creatività giovanile; 
  • Esperienze e buone prassi di interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana, specie nelle aree periferiche e marginali;
  • Impatto culturale e sociale della rappresentazione e della comunicazione condotta con i nuovi modelli e tecnologie digitali;
  • Internet of Things per il patrimonio culturale;
  • Esperienze di Gaming nei processi e nelle prassi educative e formative nel settore del CH;
  • Esperienze e buone prassi di Diplomacy culturale (digitale)
  • Esperienze e buone prassi di costruzione di percorsi di integrazione e prospettive e potenzialità della rappresentazione digitale;
  • Uso pubblico, divulgazione e mediazione didattica della Cultura nell’era digitale
  • Metodi e tecniche della narrazione digitale: storytelling e place telling
  • Tecnologie di semantic web e linked open data in ambito culturale
  • Network analysis e sentiment analysis e loro applicazioni in ambito culturale

L’INTERO CICLO DI SEMINARI SARÀ’ PROPOSTO COME CORSO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER IL CORPO DOCENTE DEL SISTEMA SCOLASTICO NAZIONALE ED ACCREDITATO SULLA PIATTAFORMA SOFIA DEL MIUR

 

Fonte: DiCultHer