Il patrimonio mondiale dell’Unesco in Italia: lo racconta il programma di Rai Cultura “Italia: viaggio nelle bellezza” che – lunedì 25 maggio alle 22.10 su Rai Storia (canale 54) – è preceduto da un’intervista del corrispondente Rai Alessandro Cassieri a Stefania Giannini, vicepresidente dell’Unesco.

“Oggi, più che mai – dice Giannini – la missione dell’Unesco è, attraverso la scienza, l’educazione, la cultura, dare soltanto un messaggio di speranza, particolarmente in questo momento in cui il mondo globale ha scoperto di non essere così pronto ad essere globale con la crisi sanitaria del Corona virus, con tutte le conseguenze che viviamo e che stiamo ancora cercando di superare”.

Il documentario che segue, poi, parte dalle immagini della cattedrale Notre Dame – patrimonio culturale Unesco – in fiamme, che hanno tenuto con il fiato sospeso il mondo intero perché l’idea che esistano dei beni appartenenti all’umanità intera oggi è ben radicata. Quando è nato questo concetto? Attraverso quali vicende si è consolidato? Il documentario di Eugenio Farioli Vecchioli e Alessandro Varchetta, che firma anche la regia, racconta la storia dell’idea di patrimonio mondiale, la nascita dell’Unesco nel 1945 sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, accompagnata dall’utopia di perseguire la pace nel mondo attraverso la cooperazione internazionale.

In primo piano anche le principali tappe che la neonata organizzazione delle Nazioni Unite ha compiuto nel settore della salvaguardia del passato monumentale: dalla Convenzione del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato alla campagna per salvare i tempi egizi di Abu Simbel dei primi anni ’60; dall’appello per Venezia del 1966 sino alla nascita della Lista del Patrimonio Mondiale nel 1972. Vicende che hanno visto emergere una nuova generazione di archeologi, architetti ed esperti di tutela e conservazione dei monumenti, fra i quali spicca la figura dell’italiano Piero Gazzola (1908 – 1979), architetto, soprintendente, consulente Unesco. Un intellettuale che ha lasciato una fondamentale (e poco ricordata) eredità nel settore della tutela e della conservazione del patrimonio mondiale: la ricostruzione post-bellica dei monumenti di Verona, il progetto avveniristico di salvataggio del tempio di Abu Simbel, e la stesura della Carta di Venezia, documento internazionale fondamentale per la teoria del restauro. Sono solo alcuni dei suoi principali contributi proposti grazie a preziosi documenti, filmati e materiali fotografici conservati nell’Archivio Gazzola di Negrar, vicino Verona, voluto dai figli Maria Pia e Gianandrea. 

Fonte: Uff. Stampa RAI