RAVELLO

Si è aperta ieri la XII edizione di RavelloLAB – Colloqui Internazionali, promosso da Federculture e Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali con il patrocinio  della DG Cultura della Commissione Europea, del Consiglio d’Europa, dell’Ufficio di Rappresentanza italiana del Parlamento Europeo, del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo e di numerose altre Istituzioni ed Associazioni; anche quest’anno, Ravello Lab, come per il 2016, è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica.

La prima sessione di ieri pomeriggio ha visto la presentazione dei lavori da parte del presidente di Ravello LAB Alfonso Andria e di Claudio Bocci, direttore di Federculture

e una tavola rotonda dal titolo “Verso l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale”.

“Quello che abbiamo realizzato fino ad ora è stato possibile grazie al senso di community che si è creato qui nel corso delle edizioni di RavelloLAB – ha spiegato Bocci – Una community che in fatto di partecipazione e interazione è diventata fondamentale sia per approfondire temi diversi che per portare le nostre riflessioni all’esterno, secondo la mission di Ravello Lab, trasferendo e calandolo sul locale idee e prassi che vengono qui analizzate, forti del principio dell’indissolubile connubio fra cultura e sviluppo. Da Ravello LAB non partono quindi solo spunti di contenuto ma anche profili operativi sulle buone pratiche che vanno a realizzarsi sui territori.”.

A porgere il loro saluto in apertura anche Renzo Iorio di Confindustria, e Francesco Caruso, Consigliere del Presidente della Regione Campania per i Rapporti internazionali e l’UNESCO. Caruso ha affermato che la Campania sta mettendo in campo tutto quanto opportuno e necessario affinché l’Anno Europeo della Cultura sia non una opportunità da cogliere ma già una possibilità che si sta realizzando, attraverso la rete territoriale dei beni culturali e del Patrimonio Mondiale.

Iorio ha spiegato invece quanto Confindustria creda nel valore della cultura come elemento per dare identità competitiva ai  prodotti italiani e al tempo stesso sia un’opportunità di sviluppo per quei territori che si sentono periferici. “Quello che ci spinge ad essere qui – ha detto Iorio – è la completa aderenza al principio lanciato da Federculture attraverso Ravello LAB secondo cui è necessario inserire nella gestione dei beni culturali dei criteri che fanno parte delle dinamiche della gestione di impresa.”

Poiché anche le attività inerenti all’Anno Europeo della Cultura entrano nella fase di realizzazione, Erminia Sciacchitano – DG Education and Culture European Commission – ha spiegato in che modo e secondo quali principi dalla fase di progettazione si passa adesso alla realizzazione concreta degli obiettivi che l’Europa di era data indicendo l’anno del Patrimonio Culturale, spiegando – fra l’altro – che gli assi principali dell’intera operazione sono PARTECIPAZIONE/SOSTENIBILITA’/PROTEZIONE/INNOVAZIONE – sui quali vanno sviluppati i 10 temi principali che saranno la base di tutte e attività.

Dal fronte italiano, Cristina Loglio – Consigliere per l’attuazione in Italia dell’Anno Europeo 2018 MiBACT- ha spiegato in che modo si devono rendere efficaci i progetti italiani nell’ambito dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e delle opportunità che la partecipazione a tali attività può dare.

Valentina Montalto, ISPRA – e Rossella Almanza, Agenzia per la coesione territoriale, hanno analizzato i punti forti e quelli critici delle opportunità create dall’Anno del Patrimonio.

A chiudere la tavola rotonda Giuliana de Francesco, Coordinamento e relazioni internazionali Ufficio Unesco Segretario Generale MiBACT, che ha proposto una riflessione sul percorso che ha condotto all’anno 2018 come Anno Europeo del Patrimonio Culturale, definendo questo come l’occasione giusta per cambiare passo e realizzare le  potenzialità di paese “di cultura”.  Anno Europeo del Patrimonio Culturale per cambiare passo e realizzare le nostre potenzialità.

I lavori della seconda giornata dei Colloqui Internazionali saranno gestiti in due panel. Il Panel 1 “Pianificazione strategica, progettazione e valutazione” verterà sui Piani di Gestione dei Siti Unesco in quanto buona pratica che, con adattamenti e possibili miglioramenti, potrebbe progressivamente divenire una metodologia ‘universale’ di progettazione integrata (tra diversi livelli istituzionali e tra pubblico e privato) e partecipata, anche alla luce del disegno che ispira la Convenzione di Faro. Nel secondo panel “L’impresa culturale tra risultato economico e valore sociale” i lavori prenderanno le mosse dal dibattito aperto dalla Conferenza Nazionale dell’Impresa Culturale (tenutasi a L’Aquila il 5 luglio 2017), dalle recenti innovazioni legislative riguardanti il Terzo settore, e dal disegno di legge, a firma dell’On. Anna Ascani, ‘Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative’, approvato dalla Camera dei Deputati il 26 settembre 2017 e ora in esame al Senato. La discussione sul rapporto tra valore economico e valore sociale sarà oggetto di particolare riflessione a Ravello Lab.