Si è aperta lo scorso fine settimana a Palazzo reale a Milano la prima mostra in Italia dedicata a Georges de La Tour che, attraverso mirati confronti tra i capolavori del Maestro francese e quelli di altri grandi del suo tempo (Gerrit van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot, Frans Hals e altri), vuole portare una nuova riflessione sulla pittura di genere e sulle “sperimentazioni luministiche”, per affrontare i profondi interrogativi che ancora avvolgono l’opera di questo misterioso artista.

La Tour ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici, e predilige soggetti presi dalla strada, come i mendicanti, dipingendo in generale gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati. I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico, notturni e, soprattutto nella presunta ultima fase artistica, quasi dei monocromi dall’impianto geometrico, semplice ma modernissimo per l’epoca.

Per la prima volta, a Milano a Palazzo Reale, il mondo e le opere di Georges de La Tour, un mondo di immagini straordinarie, di gesti risoluti, di una interiore contemplazione che avvince ed emoziona e il cui oblio era dovuto alla straordinaria unicità della sua opera.

Un progetto che si presenta particolarmente complesso per diversi aspetti, tra i quali il numero di prestatori (26 da tre continenti) che ha coinvolto alcune delle più grandi istituzioni internazionali come la National Gallery of Art di Washington D.C., il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la Frick Collection di New York, il Chrysler Museum di Norfolk, la National Art Gallery di Lviv, più una grande partecipazione delle istituzioni museali regionali francesi, come il Musée des Beaux-Arts di Nantes, il Musée du Mont-du Piété di Bergues, il Musée départemental d’Art ancien et contemporain di Epinal, il Museée des Beaux-Arts di Digione, il Musée Toulouse-Lautrec di Albi, il Musée départemental Georges de La Tour di Vic-sur-Seille.

La mostra, è stata curata dalla Prof.ssa Francesca Cappelletti – Comitato scientifico Pierre Rosenberg (già direttore del Louvre), Gail Feigenbaum (direttrice, Getty Research Institute), Annick Lemoine (direttore, Musée Cognacq-Jay), Andres Ubeda (vice direttore, Museo del Prado).

More info >>