L'Arte del Merletto italiano

Si è tenuta ieri a Ca’ Farsetti, sede del Comune di Venezia, la cerimonia della firma del protocollo per la candidatura dell’Arte del Merletto italiano a Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’UNESCO. Un momento importante che conclude la “Biennale del Merletto“, una manifestazione che ha visto partecipare le rappresentanze delle migliori scuole di merletto italiane a convegni, laboratori e mostre incentrate proprio su questa antica forma di artigianato artistico.

Il progetto della candidatura dell’Arte del Merletto a bene immateriale UNESCO  vede ben 16 Comuni italiani uniti in rete per salvaguardare, promuovere e valorizzare questa arte antica e preziosa, simbolo della cultura e dell’identità del nostro Paese. Da Bolsena a Chioggia, da Chiavari a Forlì, fino a Bosa, Cantù, Meldola, Gorizia, L’Aquila, Latronico, Orvieto, Rapallo, Sansepolcro, Santa Margherita Ligure, Varallo Sesia e  Venezia con il suo celebre merletto di Burano.

Punto di forza di questa candidatura è la sinergia tra la rete dei sindaci, la rete delle comunità del merletto e il coinvolgimento di varie fondazioni.  Alle radici del progetto nasce dall’idea della prof.ssa Maria Vittoria Ovidi Pazzaglia, storica ed esperta dell’arte del merletto, Presidente dell’Associazione Bolsena Ricama che muove i primi passi nel 2013, sull’esempio dell’Atelier del merletto au Point d’Alençon (Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO nel 2010).

Intento della rete e del protocollo di intesa formato ieri è “salvaguardare gli elementi e le espressioni del merletto, promuoverne il suo valore, in quanto componente vitale della cultura tradizionale, assicura che tale abilità sia reciprocamente apprezzata dalle diverse comunità, gruppi e individui interessati a incoraggiare le relative attività di cooperazione e sostegno su scala internazionale”.