Alessio Pascucci, presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale partecipa mercoledì 29 luglio al Convegno «La cultura come cura. Per un turismo sostenibile e una rinnovata comunità di patrimonio», organizzato e promosso dalla Città Metropolitana di Napoli, in collaborazione con il Comitato Confraternite pro UNESCO (UNI-CON) – Comitato per il riconoscimento delle Confraternite come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità presso l’UNESCO; l’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (IRISS) – Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

«L’Associazione, che ho l’onore di guidare da circa un anno, si è assunta sin dalla sua fondazione più di 20 anni fa il compito di accogliere e valorizzare le buone prassi messe in atto dai propri associati e di farsi portavoce di quelle proposte dalle altre realtà, che a vario titolo si occupino di patrimonio culturale a livello locale, nazionale e anche internazionale. – spiega Alessio Pascucci, presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale e primo cittadino di Cerveteri – La buona prassi proposta dalla Città Metropolitana di Napoli con il convegno “La cultura come cura. Per un turismo sostenibile e una rinnovata comunità di patrimonio” apre una pagina nuova e necessaria, portando finalmente il nostro sguardo oltre l’orizzonte limitato negli ultimi mesi dall’emergenza sanitaria del Covid19. In particolare, l’Associazione abbraccia l’idea della cultura come elemento che cura, elevando il valore del turismo da mera attività economica e di profitto a strumento di crescita sostenibile, che avvicini la comunità alla sua storia e la renda consapevole delle sue capacità di narrazione e di sviluppo

Il principio di comunità di patrimonio è proprio sia alle linee guida operative della Convenzione UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale del 1972 che alla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale voluta dall’UNESCO nel 2003, nonché alla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (conosciuta come Convenzione di Faro) che – sebbene in Italia sia ancora in fase di ratifica – all’articolo 4 recita :“chiunque, da solo o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dall’eredità culturale e a contribuire al suo arricchimento” e afferma che ogni Paese ha il compito di “favorire un clima economico e sociale che sostenga la partecipazione alle attività inerenti l’eredità culturale”.

«La caratteristica principale dei siti iscritti alla lista del Patrimonio Mondiale è che essi sono la testimonianza eccezionale della vita e della cultura delle comunità attraverso il tempo. L’Associazione sostiene questa iniziativa proprio perché essa si impegna a promuovere lo sviluppo del turismo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, che sia attento alle nuove esigenze dei visitatori dei luoghi e si rivolga ad un pubblico di comunità e di prossimità, che si concentri sulla valorizzazione delle caratteristiche proprie del territorio e penso, con questo, alle proposte dei magnifici percorsi culturali – non solo turistici, come si diceva in passato – che attraversano sì luoghi e paesaggi ma anche tradizioni e narrazioni.”

L’Associazione, oltre a partecipare attivamente al Convegno, si impegna quindi a promuovere questa buona prassi, sostenendo i soci e i suoi sostenitori a «replicare l’esperienza che qui si racconta, giacche fra le prerogative del post-covid c’è anche la sperimentazione di nuove prassi e la rielaborazione di prassi un tempo consolidate ed efficaci, che oggi si rivelerebbero fallaci. La cultura è una cura alla crisi generata dal Covid19 ma anche uno strumento per rileggere le nostre necessità e prospettive.» conclude Pasucci.

 

A cura dell’Uff. Stampa A.B.I.P.M.