Mostre - Il Mondo che non c'era - VeneziaMostre - Il Mondo che non c'era - Venezia

Dalle civiltà precolombiane a Guido Reni a Pablo Echaurren, le mostre del prossimo weekend delineano un arco temporale che dall’antico arriva fino al contemporaneo.

FIRENZE – Primo fine settimana per la mostra Capucci Dionisiaco. Disegni per il teatro, allestita a Palazzo Pitti e inaugurata il 9 gennaio. A cura di Roberto Capucci, la rassegna si compone di 72 opere su carta di grande formato (cm 70 x 50) che raffigurano i sorprendenti costumi maschili disegnati dal couturier a partire dagli anni ’90.

VENEZIA – I Maya, gli Aztechi e gli Inca sono al centro della mostra ‘Il Mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue’, che il 12 gennaio apre a Palazzo Loredan. Le 150 opere esposte ricostruiscono l’America del Sud e la Mesoamerica prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo e dei Conquistadores, descrivendo la portata rivoluzionaria dell’incontro tra vecchio e nuovo mondo.

AOSTA – Il 13 gennaio si inaugura al Museo Archeologico Regionale la mostra dedicata a Guido Reni e alla sua celebre opera La strage degli innocenti. Accanto al dipinto, capolavoro assoluto della storia dell’arte italiana realizzato nel 1611 per la cappella Berò nella Chiesa di San Domenico a Bologna, viene presentata anche una Testa di Madonna attribuita a Raffaello proveniente dalle Gallerie Estensi di Modena.

CATANIA – Ultimo weekend per scoprire le opere colorate di Pablo Echaurren, esposte a Palazzo Platamone nella mostra ‘Soft wall’, che indaga le tante modalità espressive dell’artista romano, abituato alla sperimentazione. L’esposizione comprende circa 150 lavori, tra tele, collage, mappe, ricordi di viaggi, e documenta il dialogo tra i linguaggi del contemporaneo ed Echaurren, a buon diritto considerato tra i precursori della street-art.

BRESCIA – Chiude anche la mostra ‘A Life: Lawrence Ferlinghetti. Beat Generation, ribellione, poesia’, che esalta la figura di Lawrence Ferlinghetti, poeta, pittore, editore e agitatore culturale americano di origini bresciane. Attraverso la carriera di Ferlinghetti, vengono accesi i riflettori sugli anni del movimento Beat, e sull’influenza avuta in Italia: per il pubblico numerosi documenti, libri, materiali a stampa, fotografie e registrazioni video a ricostruire l’atmosfera di questo fenomeno culturale e di costume.

Fonte: ANSA.it