A quaranta anni dalla sua scomparsa il Maxxi ospita la retrospettiva “Gio Ponti. Amare l’architettura”,  racconto dell’attività poliedrica di un architetto che fu anche designer, art director, scrittore, poeta, critico, artista integrale a 360 gradi.

La mostra, a cura di Maristella Casciato, Fulvio Irace con Margherita Guccione, Salvatore Licitra, Francesca Zanella, sarà aperta dal 7 novembre al 26 aprile e – grazie a materiali archivistici, modelli, fotografie, libri, riviste, e oggetti -ricostruisce il percorso di questo grande protagonista del ‘900.

Gio Ponti è stato oggetto di una letteratura storico-critica e di una produzione espositiva difficili da eguagliare: dal disegno di oggetti d’uso quotidiano all’invenzione di soluzioni spaziali per la casa moderna, alla realizzazione di progetti complessi calati nel contesto urbano, come i grattacielo Pirelli a Milano o la cattedrale di Taranto, la progettualità di Ponti si caratterizza proprio per il passaggio disinvolto di scala in scala.

Realizzata in collaborazione con il CSAC di Parma e Gio Ponti Archives, la mostra presenta materiali archivistici, modelli, fotografie, libri, riviste, e oggetti che permettono di scoprire un protagonista eccellente della produzione italiana di architettura, il cui lavoro ha lasciato tracce importanti in diversi continenti.