Il 23 novembre del 1980 una violenta scossa tellurica devastò l’area dell’Appennino campano-lucano causando circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. Quel terremoto trasformò irrimediabilmente decine e decine di paesi e comunità che, custodi di un patrimonio culturale inestimabile per lo più sepolto dalle macerie, da quarant’anni fanno i conti con i ritardi dei soccorsi e gli scandali della ricostruzione.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e l’Amministrazione Provinciale di Avellino si uniscono, virtualmente, per celebrare i quaranta anni del terremoto che colpì duramente l’Irpinia e parte della provincia di Salerno, alle 19.34 di quella domenica.

Ogni giorno, da giovedì 19 novembre alla fine del mese, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (Mibact) e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino rispolvereranno, sui rispettivi canali social (Facebook, Instagram e Twitter), il loro importante patrimonio fotografico per tener vivo il ricordo e la memoria, riproponendo immagini della distruzione del paesaggio urbano, ormai modificata per sempre, delle comunità violate, di luoghi del ricordo e dell’anima cancellati anche dalla memoria di coloro che vissero quel dramma collettivo.

Nel post terremoto determinante fu il ruolo svolto dalla Soprintendenza per il recupero, la tutela ed il restauro di emergenze architettoniche, storico-artistiche ed archeologiche, attività propedeutiche al ripristino di un’etica della bellezza che seppe riallacciare le trame dell’identità culturale delle popolazioni colpite.

Le immagini dell’ICPI provenienti dall’Archivio Fotografico Moderno e dal volume appena edito da Effigi “IRPINIA 1980. Evocare il terremoto ripensare i disastri” sono il frutto di due diverse campagne di raccolta sul campo condotte nel post-terremoto. L’anno dopo la scossa, i fotografi del Museo di Arti e Tradizioni popolari documentarono con i loro scatti cosa restava di quei paesi, delle feste, delle comunità e dei patrimoni che avevano conosciuto prima che tutto crollasse e che consegnano alla memoria con preziose testimonianze fotografiche sui quei giorni difficili trascorsi tra le macerie del “terremoto dei poveri”.

Le testimonianze della Soprintendenza provengono dal proprio Archivio fotografico e sono il frutto di un intenso e capillare lavoro documentario svolto dai fotografi dell’ufficio nell’immediato post terremoto.

La Provincia di Avellino, con lo sguardo rivolto al futuro, ha curato, nell’ambito del proprio ricco cartellone di eventi per la commemorazione, un catalogo fotografico dal titolo “Irpinia Sospesa” che racconta quarant’anni di ricostruzione dei paesi irpini.

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Fonte: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino