Il territorio del Piemonte è ricco di fascino e storie, che uniscono spazi urbani a lussureggianti paesaggi, spesso spazi verdi meticolosamente curati – oggi come nel passato – arricchiscono le dimore aristocratiche cittadine ed extraurbane. Sono i cosiddetti luoghi di loisir, concepiti per attività di svago e divertimento, fra i quali Villa della Regina, sontuosa residenza sulla collina torinese caratterizzata dai vigneti, il Parco del Castello di Racconigi, una delle aree di caccia di casa Savoia, così come il complesso del Castello di Agliè che comprendeva sin dai tempi più antichi vaste estensioni di terreno. Una realtà diversa, invece, era quella del giardino di Palazzo Carignano, scomparso in seguito alle trasformazioni e ai lavori per il raddoppio dell’edificio eseguiti nell’Ottocento.
Un filo conduttore, quello della dimensione green dei siti gestiti dalla Direzione regionale Musei del Piemonte, che da parchi e giardini storici si dipana verso la sommità di colline o in ambiti di rilevante valore paesaggistico in cui sono inserite preesistenze architettoniche, da secoli tra i tratti identitari del luogo. L’Abbazia di Vezzolano, scrigno romanico della seconda metà del XII secolo, sorge infatti in un contesto che ha preservato la propria vocazione agricola, mentre il Castello di Serralunga d’Alba, posto sul crinale di un colle che domina l’omonimo borgo, svetta oggi sui paesaggi vitivinicoli dichiarati patrimonio UNESCO. Il Forte di Gavi, sistema difensivo costruito su un castello medievale, risulta perfettamente integrato nel paesaggio circostante che ha contribuito a plasmare.

Nell’ambito delle attività di valorizzazione proposte, molte sono quelle che attengono alla didattica, che si possono svolgere a distanza dedicate al patrimonio green. Un modo per imparare a conoscere, divertendosi, caratteristiche e curiosità di parchi e giardini storici, piante e fiori. Un percorso tra gli spazi perduti di Palazzo Carignano è offerto da immagini e spiegazioni di C’era una volta il giardino, con la possibilità di osservare forme e decorazioni storiche per provare a disegnare un giardino principesco.  La conca collinare dove sorge Villa della Regina è stata plasmata nei secoli secondo finalità diverse, dal paesaggio agricolo al giardino formale, incluse macchie di bosco coltivato. La vegetazione oggi presente ne testimonia la continua evoluzione, come illustra la Guida alle antiche essenze arboree di Villa della Regina. Alcune delle tante piante che crescono rigogliose nelle aree verdi del Castello di Agliè sono al centro dell’attività Alla scoperta del Giardino che propone descrizioni degli arbusti e tutorial per realizzare puzzle utilizzando fotografie delle fioriture primaverili. 

Altre proposte arrivano per i visitatori virtuali più “grandi”, per i quali sono previste conferenze e visite da remoto.

 

Nel periodo in cui le fioriture sbocciano rigogliose, martedì 20 aprile alle ore 16.30 conferenza in streaming dal titolo Villa della Regina: un giardino per tutti, un’occasione per conoscere il lavoro dei professionisti che si sono formati presso la Scuola per “Giardiniere d’Arte per giardini e parchi storici” organizzata dal CIOFS – FP Piemonte insieme al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Scelti tra i più meritevoli del corso, questi giovani sono attualmente impegnati nella manutenzione dello spettacolare giardino all’italiana, nell’ambito di un tirocinio di sei mesi che si svolge, a conclusione del percorso formativo compiuto, sotto la guida dell’Ufficio Conservazione e Giardini della Reggia di Venaria e della direzione di Villa della Regina, grazie al contributo della Fondazione CRT. 
Le attività di manutenzione implicano l’utilizzo di non poche risorse, per questo in collaborazione con l’Associazione Amici di Villa della Regina è stata organizzata una raccolta fondi che si prefigge un primo traguardo con il raggiungimento di una cifra pari a 8.600 euro da destinarsi all’acquisto di piante e attrezzature professionali. Non solo i Giardinieri d’Arte potranno così disporre di strumenti adeguati per arricchire i parterre di disegno seicentesco, ma la dotazione di macchinari e attrezzi agevolerà l’esecuzione costante e regolare degli interventi necessari sul verde. 
Introduce l’incontro Elena De Filippis, direttrice regionale Musei Piemonte, mentre illustrano l’iniziativa Laura Moro, direttrice di Villa della Regina, Alessia Bellone, referente dell’Ufficio Conservazione e Giardini della Reggia di Venaria, e Mariateresa Buttigliengo, presidente dell’Associazione Amici di Villa della Regina.

 

 

Un tempo piante e fiori prosperavano nella residenza cittadina dei principi di Carignano. A questa parte dell’edificio, non più esistente, è dedicata, martedì 27 aprile alle ore 16.30, la conferenza in streaming dal titolo Palazzo Carignano: il giardino perduto. Quando, nel secondo Seicento, Guarino Guarini tracciò la prima ipotesi progettuale per il palazzo del principe di Carignano a Torino, il grande isolato oggi compreso tra Palazzo Carignano e la Biblioteca Nazionale Universitaria era un terreno libero, non lontano dalla prima fortificazione della città. Accanto al palazzo emerse subito il disegno di un giardino, esteso fino ai margini della proprietà chiusa a est dalle scuderie, più volte modificato e poi cancellato dal progressivo definirsi della città ottocentesca.
Introducono la conferenza Elena De Filippis, direttrice regionale Musei Piemonte, e Chiara Teolato, direttrice di Palazzo Carignano, mentre focalizza l’attenzione sul giardino perduto Elena Gianasso, ricercatore in Storia dell’architettura presso il Politecnico di Torino. 

 

Fonte:  Direzione regionale Musei del Piemonte