Un pacifica invasione di personaggi Playmobil ha movimentato da qualche giorno la vita social del Parco Archeologico di Ercolano : su Instagram hanno cominciato a circolare, infatti, gallery di foto ambientate fra i resti dell’antica città che vedono come protagonisti i mitici pupazzini dell’azienda tedesca.

Una campagna di marketing della stessa aziende? Una simpatica mossa promozionale della Direzione del Parco? Nulla di tutto questo: a immortalare i famosi pupazzi di plastica nella veste di antichi romani, gladiatori e imperatori è stato il fotografo di Barcellona Paco Torres, che nel corso dei suoi viaggi intorno al mondo realizza queste immagini particolarissime , disseminandole poi sul web.

59 anni, una laurea in Storia e Geografia, lavora in un’industria chimica e colleziona Playmobil, portandoseli in giro ad ogni occasione. Quest’estate ha viaggiato in Italia, visitando  Napoli, Roma, Firenze, Venezia e la Sicilia. Ad intervistarlo la redazione del Il Mattino di Napoli, che riporta il commento positivo del fotografo circa gli Scavi e Napoli, nonché quello di Francesco Sirano, direttore del Parco archeologico di Ercolano.

«Nello scenario contemporaneo – ha detto Sirano- l’antico e il moderno dialogano attraverso codici espressivi inediti, che creano partecipazione, innescano creatività, attivano significati innovativi. La visita non è più un momento di passivo apprendimento, ma un’esperienza di conoscenza che può passare anche attraverso attività ludiche,  ricreative e di divertimento. Il Parco ha fatto proprie queste logiche anche nei propri programmi di eventi, con iniziative come Maiuri Pop Up dove artisti contemporanei sono stati chiamati a reinterpretare gli spazi del Parco. Allo stesso modo evocativi dei linguaggi ed del mondo dei bambini sono progetti come la figura inventata di topo investigatore che fa da guida ai siti UNESCO Geronimo Stilton o il progetto MIBAC Fumetti nei Musei di prossima uscita. La cultura vive anche di rivisitazioni e riappropriazioni, che vanno certamente incanalate nei binari del decoro e del rispetto, ma che testimoniano la vivacità e la presenza del passato nel presente».