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Perché Van Gogh si mutilò del suo orecchio? A chi lo tributò? Pare che “The Art Newspaper” sia arrivato ad una risposta ad uno degli interrogativi più comuni nella storia dell’arte contemporanea: che fine avrà fatto l’orecchio di Vincent Van Gogh?

Dopo 130 anni, parrebbe infatti risolto il mistero sulla donna a cui il famoso artista olandese lo regalò, dopo esserselo tagliato nella notte del 23 dicembre 1888 in un bordello di Parigi: si chiamava Gabrielle Berlatier ed era la figlia di un contadino.

Ai primi di luglio era uscito il saggio “Van Gogh’s Ear: The True Story” di Bernadette Murphy (pubblicato da Chatto & Windus) e qui, anche se non direttamente citata, la donna prende una fisionomia. Nel testo la Murphy aveva dichiarato di aver promesso ai discendenti di Gabrielle che non avrebbe fatto il suo nome, e in effetti la scrittrice ha mantenuto la parola. A fare però da segugio è stato il magazine “The Art Newspaper “, che ha analizzato i dati riportati nella meticolosa ricostruzione dei fatti ed è arrivato all’archivio dei nomi dei ricoverati dell’ Institut Pasteur di Parigi, dove Gabrielle era stata curata per  la rabbia. Identificare la donna getta nuova luce sul bizzarro incidente in cui Van Gogh decise di tagliarsi via quasi tutto il suo orecchio.

Le cartelle cliniche dell’Institut Pasteur rivelano infatti che la diciottenne Gabrielle Berlatier, che viveva a  Mas de Faravelle in Moulès, un villaggio a dieci chilometri a est di Arles, in Provenza, l’8 gennaio 1888 era stata morsa sul braccio sinistro da un cane di proprietà del pastore della fattoria, signor Moreau. Il cane era stato catturato e si era scoperto che aveva la rabbia.  Come racconta la stessa Murphy, Gabrielle era stata curata con la pratica in voga all’epoca, molto cruenta, di farsi cauterizzare la ferita con un ferro rovente, che le aveva lasciato una cicatrice deturpante. Questa pratica però non sarebbe stata sufficiente ad evitarle la malattia e quindi la ragazza era stata portata a  Parigi, dove era stata trattata con un nuovo vaccino anti-rabbia che le aveva realmente salvato la vita.

Per pagarne le cure, la famiglia di Gabrielle era stata quindi obbligata a mandare la figlia a lavorare proprio nel bordello di Rue du Bout d’Arles, ma Gabrielle era troppo giovane per essere una prostituta registrata è pare fosse stata quindi presa a servizio lì come domestica.

Il famoso incidente dell’orecchio di Vincent Van Gogh, che sarebbe diventato la causa di speculazioni senza fine, si verificò alle 11.30 il 23 dicembre 1888 proprio nel bordello in Rue du Bout d’Arles: le cronache dei giornali all’epoca avevano chiamato la donna  Rachel, forse il suo soprannome, ma non avevano raccolto indicazioni più precise, il che aveva lasciato intendere  che la destinataria del padiglione auricolare di Vincent Van Gogh fosse una conoscenza casuale dell’artista, una delle avventrici del celebre Café de la Gare, una prostituta o la “maîtresse” del citato bordello. La figura di donna alla quale Van Gogh avrebbe regalato l’orecchio aveva già avuto un nome, in realtà,  in un articolo del 1936, nel quale si citava Alphonse Robert, il poliziotto che era stato chiamato al bordello dove Van Gogh aveva perso l’orecchio e che aveva raccontato che la donna in questione fosse una certa “Gaby”.

Gaby, diminutivo che potrebbe far coincidere questa con la figura di Gabrielle Berlatier, avrebbe quindi ottenuto – per non si sa bene quale motivo  il macabro quanto speciale regalo dal pittore olandese, che la conosceva già da tempo all’epoca dell’incidente.  Non si sa se la giovane e l’artista fossero in … confidenza o meno, ma le cronache cittadine registrano che Gabrielle si sposò con un altro uomo nello stesso anno.