CONVEGNO TERREMOTO 1117

Comincia oggi il Convegno Internazionale di Studi “Terremoto in Val Padana: 1117 la terra sconquassa e sprofonda”
organizzato e promosso dalla Fondazione Centro Studi L.B. Alberti, a Mantova fino a venerdì 22 settembre.
Il 2017 è un anno particolare: ricorrono 900 anni dal grande terremoto del 3 gennaio 1117 che sconvolse il Settentrione italiano e che ebbe conseguenze anche in buona parte del centro Europa. In Val Padana i danni della scossa furono enormi e molte cattedrali, abbazie e pievi furono ricostruite. Nonostante molta letteratura di ambito storico-artistico, ancora oggi non sappiamo con precisione quali siano stati i danni reali tanto che può sembrare che quel terremoto possa essere stato una specie di passe-partout per giustificare la ricostruzione di molti edifici.

Il Convegno si pone dunque l’obiettivo di mettere a confronto specialisti diversi: storici dell’arte, architetti, storici, ingegneri strutturisti, geologi, geofisici, per tentare di aprire un confronto su un evento che peraltro si colloca, almeno per l’area italiana, in un momento assai particolare di un quadro storico che stava subendo profonde trasformazioni.

Studiare il terremoto di allora è un ottimo spunto per parlare e riflettere dei terremoti ai giorni nostri a partire da quello del 2012 che ha colpito duramente il nostro territorio.

Secondo le cronache, il sisma ebbe un’intensità oltre il VII grado della scala Mercalli, cancellò interi paesi e provocò almeno 30.000. L’epicentro della prima devastante scossa dovrebbe essersi localizzato nel veronese, a Isola della Scala, con la città capoluogo fortemente danneggiata: a Verona, infatti, cadde la recinzione esterna dell’Arena, lasciandone una porzione che fu poi danneggiata ulteriormente da un successivo terremoto del 1183, creando l’attuale suggestiva forma dell’Arena con la sua “ala”. Quasi tutte le chiese, i monasteri e i monumenti veronesi furono distrutti o seriamente danneggiati, tanto da eliminare dalla città le testimonianze alto-medievali.

Il sisma si fece sentire però in tutta l’alta Italia da Cividale a Pavia, nel pisano e addirittura in Svizzera: risultarono duramente colpite anche l’area tra il Lago di Garda e Padova, tra Piacenza e l’Appennino tosco-emiliano e attorno a Pisa. L’epicentro dei terremoti successivi a quello del 3 gennaio si spostò in Lombardia, dove si verificarono forti repliche per tutto il 1117: 12 gennaio, 4 giugno, 1º luglio, 1º ottobre e 30 dicembre.

Secondo alcuni autori gli epicentri principali in Pianura Padana furono due, uno nel Veronese e l’altro nel Cremonese. Fu quest’ultimo a causare il crollo della cattedrale di Cremona in costruzione e i maggiori danni nelle città della Bassa. Da documentazioni del tempo sembrerebbe che il sisma fosse stato avvertito anche nei monasteri di Montecassino e di Reims in Francia. E’ infatti anche grazie alla fitta rete di monasteri benedettini presenti nel XII secolo, che di questo terremoto si conosce abbastanza. Annali monastici, documenti di varia tipologia ed epigrafi forniscono differenziate e puntuali informazioni su questo terremoto.