Dal 6 luglio il Parco archeologico del Colosseo apre al pubblico un nuovo percorso di visita. Dopo il restauro del santuario di Vesta, torna a rivivere il complesso della Casa delle Vestali.

Grazie ad un lungo percorso di recupero conservativo e di studio, avviato nel 2013 da Patrizia Fortini e Maria Maddalena Scoccianti e proseguito da Irma Della Giovampaola, riaprono al pubblico, arricchiti da un nuovo allestimento museale, gli ambienti della casa delle vergini sacerdotesse incaricate della custodia del focolare sacro della città e di altri riti, tutti strettamente connessi con il culto domestico.

Diventa finalmente accessibile un nuovo percorso di visita che consentirà la fruizione del settore sud-orientale dell’Atrium Vestae da tempo chiuso al pubblico.

La Casa delle Vestali, o Atrium Vestae, venne messa in luce da Rodolfo Lanciani nel corso degli scavi eseguiti negli anni 1882-1884. In particolare gli ambienti, ora aperti al pubblico, sono stati rinvenuti in seguito alla rimozione del grande muro di recinzione degli Orti Farnesiani e degli strati di interro, caratterizzati da uno spessore anche di venti metri rispetto al piano di calpestio antico.

Subito dopo la scoperta ebbero inizio i lavori di sistemazione delle strutture e dei reperti lapidei rinvenuti, parte dei quali, successivamente esposti nell’Antiquarium forense, sono ora allestiti negli ambienti del settore SE, dopo un accurato intervento di recupero conservativo durato dal 2013 al 2020.

Le recenti indagini archeologiche hanno consentito di acquisire nuovi dati sulle vicende che hanno interessato il complesso architettonico.

Agli occhi dei visitatori si disveleranno gli appartamenti residenziali delle sacerdotesse, scelti per divenire spazi di un “museo diffuso”, con la ricontestualizzazione di alcune pregevoli sculture rinvenute nel corso degli scavi condotti nel Foro Romano alla fine del XIX secolo.

Oltre ad alcuni ritratti, vengono riposizionati nella loro collocazione originaria la statua che, secondo alcuni studiosi, raffigura probabilmente Numa Pompilio (secondo re di Roma, cui è attribuita l’istituzione del culto del fuoco e la creazione del sacerdozio delle vergini sacre) e una statua di Vestale esposta recentemente in una mostra a Tivoli (dove si conserva l’unica sepoltura nota di Vestale nel mondo romano) e ora finalmente restituita alla piena fruizione.

Tra gli ambienti oggetto del recente restauro, effettuato con il coordinamento di Maria Bartoli, si segnala la stanza della macina in pietra lavica, dove – stando alla tradizione e in attesa di ulteriori verifiche – le sacerdotesse di Vesta confezionavano la mola salsa, la focaccia sacra offerta alla divinità in occasione delle principali festività e, secondo alcuni, distribuita in piccoli pezzi ai credenti, quale atto di purificazione,  o, secondo altri, utilizzata per cospargere gli animali destinati al sacrificio, da cui il verbo “immolare”.

Si tratta del primo passo di un complesso programma di ricerca e di restauro – ha commentato Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo – che, oltre all’apertura al pubblico dell’intera Casa delle Vestali, prevede di ampliare l’offerta culturale con nuovi percorsi e spazi informativi diffusi in tutta l’area del Parco archeologico del Colosseo, per coinvolgere il pubblico in una visita sempre più consapevole alla riscoperta di monumenti straordinari, patrimonio dell’Umanità, inseriti in un contesto naturale di rara suggestione.

In occasione dell’inaugurazione si svolgerà la performance “Danse sacrée et danse profane”. Balleranno Clarissa Pace, Chiara Pacioni, Irene Catroppa, Marzia Caddia, Chiara De Benedetto con la coreografia di Alessandra Bianchini e Loretta Gambelli.

 

Fonte: Parco archeologico del Colosseo