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L’offerta culturale di Ferrara, nella WHL dal 1997, si articola in diversi appuntamenti e attività, incluse quelle delle attività espositive di Palazzo dei Diamanti.
Queste proseguono all’insegna dei grandi progetti, coniugando – come annunciato da Maria Luisa Pacelli, Direttore di Ferrara Arte – “appuntamenti particolarmente significativi per Ferrara e il suo territorio con mostre che promuovono la conoscenza di fenomeni artistici e culturali di grande respiro internazionale. Ferrara Arte conferma, con questo ulteriore triennio di iniziative, una caratteristica che la rende protagonista in Italia: la capacità di programmare eventi di assoluto livello e di farlo con un anticipo che non è consueto ad altre realtà e città.”

Attualmente ai Diamanti, una raffinata esposizione celebra, per la prima volta, il genio pittorico del ferrarese Carlo Bononi in una intenza mostra che resterà aperta al pubblico sino al 7 gennaio del 2018 – “Carlo Bononi. L’ ultimo sognatore dell’Officina ferrarese”.

Nella primavera del 2018 sarà la volta di “Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni”, dal 3 marzo al 10 giugno. La mostra trasporterà il visitatore in quel momento fondante della modernità, tra la fine dell’Ottocento e l’aprirsi del Novecento, che vede la scienza e la cultura impegnate a scandagliare la psiche umana, e racconterà la sfida lanciata da alcuni artisti italiani che sperimentarono un alfabeto visivo capace di portare nell’opera la materia mutevole e inafferrabile degli stati d’animo. Ne sono protagonisti figure di primo piano della scena artistica tra divisionismo e simbolismo, come Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Medardo Rosso e il ferrarese Gaetano Previati. A raccogliere e rilanciare il loro messaggio furono i giovani futuristi, quali Giacomo Balla, Carlo Carrà e soprattutto Umberto Boccioni, che con le loro creazioni rivoluzionarie diedero voce alla sensibilità dell’uomo moderno e ai ritmi della metropoli contemporanea. Alcuni capolavori di questa stagione memorabile dialogheranno con opere di esponenti del simbolismo europeo, per condurre lo spettatore in un viaggio nei territori inebrianti, misteriosi ed elettrizzanti dell’anima fin de siècle.

A settembre 2018 – per la prima volta dopo quasi cinquant’anni- torna in Italia Gustave Courbet, in una retrospettiva (22 settembre 2018 – 6 gennaio 2019) dedicata al genio indiscusso dell’Ottocento e al suo rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio. Provocatore, padre del realismo e uomo dalla personalità complessa, Courbet fu anche un eccellente paesaggista, che considerava la natura la sua principale fonte di ispirazione: non a caso due terzi della sua produzione sono costituiti da panorami, vedute, scorci, orizzonti, lande campestri, in cui il protagonista è l’elemento naturale. Dotato di una rara sensibilità, la sua visione personale ma realistica del mondo lo ha portato a innovare profondamente la pittura. Le sue opere, mantenendosi in bilico fra gli echi del Romanticismo e i riflessi di un Impressionismo – che proprio in quegli anni muoveva i primi passi- rappresentarono un sicuro modello di riferimento per Manet, Monet, Degas e compagni. Con Courbet e la natura il pubblico italiano potrà quindi riscoprire l’opera di uno dei più grandi pittori dell’Ottocento, un artista che ha lasciato un segno indelebile sulla sua epoca riuscendo a traghettare l’arte francese dal sogno romantico alla cruda pittura di realtà, e da questa a un nuovo amore per la natura.

Novità di rilievo nella programmazione è la mostra “Boldini e la moda” che aprirà i battenti il 16 febbraio e si concluderà il 2 giugno 2019.
Palazzo dei Diamanti rende omaggio al grande artista ferrarese con un affascinante percorso tra dipinti, meravigliosi abiti d’epoca e preziosi oggetti dalla valenza iconica illustrerà dunque il fecondo rapporto tra Boldini e il sistema dell’alta moda parigina e il riverbero che questo ebbe sulla sua opera di ritrattista, oltre che su quella di colleghi quali Degas, Sargent, Whistler e Paul Helleu. Ordinata in sezioni tematiche, ciascuna patrocinata da letterati che hanno cantato la grandezza della moda come forma d’arte- da Baudelaire a Wilde, da Proust a D’Annunzio – l’esposizione racconterà i rapporti tra arte, moda e letteratura nella Belle Époque, immergendo il visitatore nelle atmosfere raffinate e luccicanti della metropoli francese e in tutto il suo elegante edonismo.