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di Andrea Vincenzi

Dal 2 febbraio il sito del Battesimo di Gesù Cristo è nel World Heritage List

 

Lungo il fiume Giordano, a quaranta chilometri da Gerusalemme e una decina dal mar Morto si trova Al-Maghtas, è collocato il sito del battesimo di Gesù Cristo. Non distante dalla città più antica e posta alla più bassa altitudine del mondo, Gerico, è per milioni di persone un luogo sacro, leggendario, di quelli che vengono narrati e raccontati fin dalla tenera età durante le letture dei vangeli e nel quale, duemila anni fa, una volta battezzato da San Giovanni Battista, Gesù inizio il suo ministero. Un luogo visitato negli ultimi decenni da quattro Papi durante i rispettivi viaggi apostolici, situato oggi nel bel mezzo di una terra martoriata da conflitti e permeata da una costante tensione, visibile e palpabile anche solo spostandosi pochi metri dal sito, dove filo spinato e campi minati sono desolanti protagonisti.

Al-Maghtas il 2 febbraio scorso, durante una cerimonia ufficiale avvenuta a Parigi, è stato ufficialmente dichiarato patrimonio dell’umanità Unesco. Una grande conquista per un Paese come la Giordania, che con il Sito al Giordano porta a cinque i luoghi protetti dall’Unesco dentro i suoi confini (gli altri sono Um Ar-Rasas, il deserto del Wadi Rum, il Castello Omayyade e la celebre città perduta di Petra). Un fatto di sicura rilevanza anche dal punto di vista turistico: si stima infatti che siano oltre cento mila i pellegrini che ogni anno visitano questo spazio, all’interno del quale vengono celebrate messe ma soprattutto vengono rinnovate le promesse battesimali, e questa novità di rilievo si pensa possa portare ad un aumento significativo di visitatori.

Ospiti della cerimonia parigina per l’ingresso di Al-Maghtas nel W.H.L. sono stati il vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, Maroun Lahham, e una delegazione proveniente dal Regno Hascemita di Giordania, capitanata dal ministro per il turismo Nayef H Al-Fayez. Gli ospiti hanno sottolineato l’orgoglio della Giordania per questo riconoscimento, un Paese “tranquillo e sicuro nel mezzo di un Medio Oriente in fiamme” che aggiunge ai suoi siti protetti un luogo simbolo nel quale “risuona ancora forte la voce di Cristo”. L’arcivescovo Lahham in merito al riconoscimento Unesco ha infine affermato come “Il Vangelo lo aveva dichiarato già duemila anni fa, la devozione popolare lo ha sempre confermato, le ricerche archeologiche lo hanno evidenziato, quattro Papi lo hanno visitato e oggi la comunità internazionale lo dichiara ufficialmente”, un fatto che conferma come oggi più che mai la Giordania “può dirsi ad alta voce Terra Santa”.