Il Consiglio Metropolitano di Napoli, nella seduta del 14 luglio,  ha approvato all’unanimità tre significativi documenti di indirizzo fortemente significativi per la costruzione di politiche lo sviluppo economico e sociale indirizzate  alla sostenibilità  attraverso la cultura e il turismo. Il filo conduttore è rappresentato proprio dalla promozione della cultura come leva di inclusione e progresso, opportunità di avanzamento e di sviluppo per l’intero territorio metropolitano, come spiegato nella nota stampa lanciata dalla Consigliera Delegata alla cura del patrimonio culturale, alla rete dei siti UNESCO, alla promozione dello sviluppo economico attraverso la cultura e il turismo della Città Metropolitana di Napoli, Elena Coccia

L’ordine del giorno «Per una Fase 2 della Cultura come Sviluppo della Città Metropolitana di Napoli» sollecita il Consiglio e il Sindaco ad avviare l’iter per l’adesione della Città Metropolitana al Comitato Strategico degli Enti Territoriali della Rotta di Enea, già proposto come itinerario culturale del Consiglio d’Europa, che attraversa cinque Paesi (Turchia, Grecia Albania, Tunisia, Italia) e tocca ventuno destinazioni, tra le quali, nell’area metropolitana, Napoli, Bacoli, Pozzuoli, tra i luoghi più suggestivi per ricchezze culturali e bellezze paesaggistiche. Propone poi l’adesione al Tavolo di Lavoro interistituzionale con i Comuni di Bacoli, Castellammare di Stabia e Napoli, ai fini della valorizzazione dell’itinerario storico-culturale delle residenze e dei siti borbonici. 

La strategia degli itinerari culturali costituisce il tratto caratterizzante di tale proposta che fa proprio, nello stesso ordine del giorno, il Manifesto del Gruppo di Lavoro Metropolitano per gli Itinerari Culturali dal titolo «La cultura come cura. La cura come cultura: Spazio e Sicurezza, Natura e Cultura, una proposta per gli Itinerari Culturali della Città Metropolitana», che presenta una serie di proposte e itinerari tra luoghi della cultura e spazi aperti, che vanno dalle ville pubbliche ai giardini cittadini, passando per le scale monumentali e le gradinate storiche; dai percorsi del trekking urbano ai grandi itinerari di spazi aperti, tra cui i Campi Flegrei, il Vesuvio, la Costiera Sorrentina, la Rotta di Enea, il Cammino delle Acque, i siti della Rivoluzione Napoletana e l’itinerario delle residenze reali del periodo borbonico, nonché i luoghi del progetto «Chiese Aperte», i Borghi Storici, i percorsi Slow Food. 

Una strategia fortemente caratterizzante, coerente con le indicazioni del Decreto “Valore Cultura” (Legge 7 ottobre 2013, n. 112), nonché, al tempo stesso, la prima compiuta elaborazione strategica di un Ente Locale per ripensare e rilanciare la fruizione turistico-culturale e l’accesso ai luoghi della cultura nella Fase 2 della emergenza legata alla pandemia Covid19.

La mozione «Contro lo ‘scippo al Sud’ e la riassegnazione del Fondo Sviluppo e Coesione e dei Fondi Strutturali», alla luce del fatto che il «Decreto Rilancio» (D.L. 19 maggio 2020, n. 34) prevede la possibilità di riprogrammare le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (art. 241) e di ridefinire il contributo dei Fondi Strutturali Europei (art. 242), impegna il Sindaco ad attivarsi per la tutela e il rilancio degli investimenti e dei finanziamenti destinati al Mezzogiorno, tra cui quelli alla Città Metropolitana di Napoli.

Infine la mozione «Per la cancellazione del c.d. ‘debito ingiusto’ ovvero debito storico determinato da gestioni commissariali o comunque non ascrivibile in alcun modo agli/alle eletti e alle amministrazioni interessate», in considerazione del fatto che “sugli Enti Locali vengono a gravare sempre più pesantemente tagli di trasferimenti e riduzioni di risorse, proprio mentre, in ragione della crisi economica e degli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia, sempre maggiori diventano le incombenze cui sono esposti gli Enti di prossimità”, impegna il Sindaco a farsi promotore, in coordinamento con i sindaci dei Comuni della Città Metropolitana, di ogni azione utile a contrastare e a impedire che l’impatto del ‘debito ingiusto’, non contratto nel perseguimento dell’interesse pubblico generale, possa continuare a determinare effetti distorsivi nella corretta tenuta della contabilità pubblica, nell’efficace adempimento dei doveri istituzionali e nella effettiva erogazione dei servizi pubblici e sociali, in base ai principi di uguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione ed efficienza.