Venerdì 4 settembre è stata la data della riapertura ufficiale di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, con l’inaugurazione della più grande installazione in programma: Hospitale – Il futuro della memoria, uno dei pilastri del Dossier di candidatura. Prodotta dal Comune di Parma, progettata e realizzata da Studio Azzurro e con l’importante contributo di Fondazione Cariparma, la video-installazione celebra la memoria storica dell’iconico quartiere Oltretorrente la cui vocazione risulta più che mai attuale alla luce dell’emergenza sanitaria che nei mesi scorsi ha bloccato il Paese e il programma di Parma Capitale.

In virtù della proroga del titolo anche per il 2021, Parma riparte più forte di prima, riprendendo le iniziative rimaste sospese e arricchendosi di nuove riflessioni scaturite dalle recenti vicende, che hanno profondamente cambiato il nostro modo di vivere e non possono essere ignorate.

La cultura torna quindi a battere il tempo, riappropriandosi dei suoi spazi, consolidando il legame di Parma con il suo territorio e riprendendo a scandire, con rinnovato vigore, la vita della città. La rinascita non può prescindere dalla cultura: ne è testimonianza il ricco programma di eventi, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, concerti musicali, incontri con autori, performance di danza, laboratori per bambini, senza dimenticare i musei e le mostre ospitate nei luoghi culturali della città (www.parma2020.it).

HOSPITALE – IL FUTURO DELLA MEMORIA

Aperta al pubblico fino all’8 dicembre 2020, è pensata appositamente per l’iconica Crociera dell’Ospedale Vecchio che, insieme all’intero Complesso Monumentale, dal 2016 è oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana che darà vita a un museo multimediale permanente dedicato alla memoria della città.

È una video-narrazione, articolata in più parti, che racconta la storia dell’Hospitale nato dalle acque – i suoi canali, i mulini, le alluvioni – attraverso la presenza virtuale degli attori Marco Baliani e Giovanna Bozzolo, che assumeranno di volta in volta il ruolo di “io narrante” o di testimoni degli eventi. Otto grandi superfici tessili, che occuperanno le pareti della navata centrale, diventeranno gli schermi sui quali si articolerà, da diversi punti di vista, il racconto della storia dell’Ospedale Vecchio.

L’Ospedale Vecchio è uno dei complessi monumentali più importanti di Parma, nonché l’edificio simbolo della storia ospedaliera della città e dei servizi umanitari dispensati nei secoli. È stato l’ospedale cittadino dal XV secolo fino al 1926. Fu fondato nel 1201 da Rodolfo Tanzi; sulle rovine di questo edificio, nella seconda metà del XV secolo, si inizia a costruire il primo nucleo del complesso che vediamo oggi.

L’intera nuova struttura è organizzata intorno alla grande Crociera a croce latina sormontata da una cupola centrale: 120 metri di lunghezza per 100 metri di larghezza, con volte a 12 metri e, al centro dei due bracci della croce, l’altare. L’Ospedale era distinto in due sezioni: l’Ospedale della Misericordia e l’Ospedale degli Esposti. Il primo era composto da quattro reparti per infermi, inferme, feriti e orfani e poteva ospitare circa 300 ammalati. L’Ospizio degli Esposti era destinato ai soli trovatelli: il termine “esposto”, infatti, indicava il bambino abbandonato in tenera età o non riconosciuto alla nascita.

Il cuore pulsante dell’Oltretorrente ritrova centralità e riattualizza il proprio ruolo e le proprie funzioni grazie al progetto Il Futuro della Memoria, approvato nel 2015 dall’Amministrazione comunale su proposta dell’Assessorato alle Politiche di Pianificazione e Sviluppo del Territorio e delle Opere Pubbliche ed ora in fase di realizzazione ad opera di Parma Infrastrutture S.p.A, e improntato alla promozione del dialogo tra identità e innovazione. Un recupero dell’intero complesso dell’Ospedale Vecchio che ha previsto il restauro strutturale della Grande Crociera; la Corte del Sapere con la riorganizzazione della Biblioteca Civica, lì ospitata; nel Chiostro della Memoria Sociale Civile e Popolare si trovano l’Archivio di Stato, l’Archivio Bertolucci, e verrà ospitato l’Istituto Storico della Resistenza e le associazioni partigiane; un nuovo spazio destinato a caffetteria e vari ambienti per esposizioni e incontri. Nella Corte troveranno spazio varie associazioni culturali cittadine.

In occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, l’Ospedale Vecchio, ieri deputato alla cura sanitaria dell’individuo, diviene oggi opportunità per il benessere della comunità grazie alla cultura.

«Hospitale ha rappresentato, nel dossier di Parma 2020, il progetto pilota pensato con Studio Azzurro da cui scaturiva il senso della gran parte dei progetti che ci hanno portati ad essere Capitale Italiana della Cultura» dichiara Michele Guerra, Assessore alla Cultura «Ripartire da qui, oggi, dopo il mutamento di paradigma cui abbiamo assistito in seguito all’emergenza socio-sanitaria, assume per noi un significato ancora più simbolico: Parma riparte da dove era nato il pensiero di una cultura che batte il tempo e riparte da un luogo come l’Ospedale Vecchio che ci racconta una storia di ospitalità e cura ancora più potente e attuale di quanto potevamo immaginare».

«Hospitale, come un’overture musicale, anticipa l’annuncio della nuova destinazione dello storico Ospedale Vecchio di Parma – afferma Leonardo Sangiorgi di Studio Azzurro – Hospitale è una sfida allo spazio e al tempo, intrapresa fondendo insieme l’antico e teatrale strumento della narrazione a voce e le moderne tecnologie digitali che fanno rivivere inaspettate storie attraverso grandi figure parlanti».

 

Fonte: Ufficio Stampa Parma2020