Ravello Lab 2017Ravello Lab 2017

di Claudio Bocci, Direttore di Federculture e Consigliere Delegato Comitato Ravello Lab-Colloqui Internazionali – Giunto alla sua dodicesima edizione, Ravello Lab si conferma punto avanzato di elaborazione e di proposta su temi di particolare rilevanza per nuovi percorsi di sviluppo a base culturale. In vista dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, i Colloqui di Ravello intendono favorire una migliore metodica di progettazione integrata e partecipata e far emergere le potenzialità del ‘fare impresa’ nella cultura, individuando affidabili strumenti di accoutability in grado di rendere conto del valore economico e sociale derivante da una gestione innovativa e sostenibile delle risorse culturali.

La Decisione UE del Parlamento Europeo e del Consiglio UE del 17 maggio 2017, di istituire l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale per il 2018 non deve essere letta unicamente al fine di favorire più consapevoli politiche pubbliche di accesso alla cultura (che pure sono importanti e necessarie). La temperie politica in cui vive il Continente – tra i sommovimenti spagnoli e l’affacciarsi di preoccupanti segnali emersi dalle recenti elezioni tedesche -, impone serie riflessioni e la necessità di imboccare sentieri nuovi per rafforzare il progetto europeo; in questa traiettoria i popoli d’Europa possono trovare salutare rafforzare il legame con le loro comuni radici storiche e attingere alla potenza coesiva propria della cultura europea.

Da questa ispirazione ha, da sempre, tratto alimento, Ravello Lab-Colloqui Internazionali che, giunti alla loro dodicesima edizione, intendono fornire un originale contributo all’introduzione di politiche di sviluppo a base culturale. In particolare, i Colloqui di Ravello si concentreranno sull’indicazione proveniente dall’Unione Europea relativa ad “un’efficace governance partecipativa (vale a dire multilivello e fra diversi portatori di interesse) e a una cooperazione intersettoriale rafforzata” affinché le società e le economie europee possano trarre vantaggio dalla salvaguardia e dalla gestione del patrimonio culturale.

Si tratta di un sound nuovo nel linguaggio felpato dei documenti europei che tiene insieme la necessaria visione dello sviluppo da parte dei decisori politici, una migliore qualità progettuale e la consapevolezza che la crescita dei territori può derivare da una gestione innovativa e sostenibile, assicurata dall’impresa culturale. A tal fine i due tavoli di lavoro in cui si articola il Laboratorio di Ravello riguardano:
1) Pianificazione strategica, progettazione e valutazione, il cui coordinamento è affidato all’Ambasciatore Francesco Caruso, Consigliere del Presidente della Regione Campania per i Rapporti internazionali e l’Unesco;
2) L’impresa culturale tra risultato economico e valore sociale, il cui coordinamento è affidato al Prof. Pierpaolo Forte, Presidente della Fondazione Donnaregina-Museo MADRE di Napoli.

Il primo tavolo, aperto dal contributo di diversi key-note speaker chiamati a porre una serie di questioni aperte a cui i partecipanti al laboratorio dovranno provare a dare risposta, partirà dall’esame dei Piani di Gestione UNESCO intesi come buona pratica che, con adattamenti e possibili miglioramenti, potrebbe progressivamente divenire una metodologia ‘universale’ al fine di affermare la necessità di un percorso di progettazione integrata – tra diversi livelli istituzionali e tra pubblico e privato -, e partecipata, anche alla luce del disegno che ispira la Convenzione di Faro, di imminente ratifica da parte del Parlamento italiano (1).

La discussione intende mettere a fuoco l’intera gamma di strumenti a disposizione per favorire la crescita dei territori, con particolare riferimento agli Accordi di Valorizzazione e alle misure messe in campo dalla seconda edizione del ‘Programma MuSST- Patrimonio culturale e progetti di sviluppo locale’, promosso dalla Direzione Generale Musei del Mibact, in collaborazione con Federculture. Nell’ambito del proprio ruolo di coordinamento del Sistema Museale Nazionale e di promozione dello sviluppo dei sistemi museali locali, la DG Musei ha invitato i 17 Poli museali regionali a partecipare al programma di progettazione strategica con l’obiettivo di: a) favorire la messa a sistema degli strumenti e delle competenze dei diversi soggetti che operano sul territorio, anche al fine di promuovere un turismo di qualità; b) avviare forme di partenariato tra istituzioni e imprese pubbliche e private per la costituzione di reti e/o modelli gestionali innovativi e sostenibili finalizzati allo sviluppo locale.
Si tratta di un importante sforzo del Mibact per superare la tradizionale autoreferenzialità e aprirsi ai livelli istituzionali sotto ordinati, in particolare alle Regioni, che mostrano, come nel caso della recente legge regionale della Lombardia (n. 25 del 7 ottobre 2016 “Politiche regionali in materia culturale – Riordino normativo”), di aver imboccato la strada della progettazione integrata e partecipata tra pubblico e privato. In questo lungo processo che riguarda visioni, norme e procedure, assume rilevanza un approccio alla valutazione intesa non come mero strumento di monitoraggio amministrativo ma come importante tool di controllo strategico del percorso di sviluppo centrato sulle risorse culturali.

Il secondo tavolo fa tesoro dal dibattito aperto dalla Conferenza Nazionale dell’Impresa Culturale, tenutasi a L’Aquila il 5 luglio u.s. (2) e dalle recenti innovazioni legislative riguardanti il Terzo Settore – che ha visto codificare l’impresa sociale -, e dal disegno di legge 2950 approvato dalla Camera dei Deputati il 26 settembre 2017 riferito alla ‘Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative’. Il disegno di legge – che attende ora il via libera del Senato e porta come prima firmataria l’On. Anna Ascani e vede in veste di relatrice l’On. Irene Manzi -, ha per finalità quella di favorire “il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta culturale nazionale, come mezzo di crescita sostenibile e inclusiva, la nuova imprenditorialità e l’occupazione, con particolare riguardo a quella giovanile, mediante il sostegno alle imprese culturali e creative”.

Pur svuotato da importanti misure di sostegno fiscale, non sopravvissute alle occhiute verifiche della Commissione Bilancio, e nonostante non si sia tenuto conto di emendamenti presentati da Federculture volti a distinguere tra imprese culturali (orientate a favorire l’accesso e la partecipazione dei cittadini alla cultura), e imprese creative (legittimamente orientate al profitto), il provvedimento va salutato con soddisfazione poiché dà forma allo status d’impresa in un settore che fa fatica a considerare questa dimensione collegandola arbitrariamente al vantaggio economico privato. Nell’esperienza concreta, intere filiere di imprese associate a Federculture, all’Agis, al sistema cooperativo e al Terzo Settore, dimostrano che si può fare impresa senza avere come fine primario il profitto economico ma il beneficio sociale, senza trascurare quel livello di redditività che ne favorisca la sostenibilità. In questa faglia tra valore economico e valore sociale si inserirà la discussione di Ravello Lab che tenterà di dare una metodologia di misurazione della ‘reddività sociale’ (accountability) dell’impresa culturale, anche in termini di nuova e qualificata occupazione e di ricadute positive sul sistema delle imprese profit-oriented che traggono vantaggio da un efficientamento dell’offerta culturale sui territori.

Proprio per la incisiva profilazione di questa edizione di Ravello Lab – marcatamente orientata ad individuare processi e strumenti volti a favorire lo sviluppo locale attraverso l’investimento in cultura -, ai consueti partner istituzionali, si aggiunge quest’anno Confindustria che ha riconosciuto particolare valore ai Colloqui di Ravello, a cui porterà il suo saluto il Presidente Vincenzo Boccia.

Note: 1) Convenzione-quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (STCE n. 199); 2) I temi e il dossier della Conferenza sono consultabili on line http://www.federculture.it/2017/05/conferenza-nazionale-dellimpresa-culturale/