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Il MiBACT ha reso pubblico il documento sulle osservazioni preliminari circa la semplificazione normativa e amministrativa in materia di patrimonio culturale del Consiglio Superiore, che si è riservato di elaborare proposte o esprimere pareri specifici quando sarà reso noto un testo normativo da parte del Governo.

E’ un tema che, mai come in questo momento, diventa importante poiché si inserisce nella necessità di riorganizzare e ottimizzare l’intera macchina amministrativa dello Stato.

Il documento si apre così: “È indubbio che la semplificazione delle norme e delle procedure sia un obiettivo essenziale per il miglior funzionamento delle amministrazioni pubbliche e per l’evidente beneficio che ne deriva per gli amministrati.

È altrettanto chiaro che gli interventi di semplificazione richiedono declinazioni e contenuti diversi a seconda dei differenti settori di amministrazione.

Il settore del patrimonio culturale, comprensivo dei beni culturali e paesaggistici, necessita di un attento bilanciamento tra la necessità di semplificare e quella di non depotenziare la tutela del patrimonio, garantita dall’art. 9 della Costituzione. Semplificare non può significare mettere a rischio la protezione e la conservazione dei beni culturali e ambientali, che sono le finalità essenziali della funzione di tutela, come previsto dal codice dei beni culturali (art. 3, comma 1).”.

Il documento prosegue con un’analisi dello status quo, delle criticità e delle possibili modalità di risoluzione delle stesse – per una lettura completa del documento >> – e, nella sua conclusione, sintetizza così la riflessione proposta, richiamando l’attenzione sulla necessità di un impegno di largo respiro, per la cui realizzazione si potrebbe fare ricorso a strumenti normativi speciali da adottarsi in nome di quella “eccezione culturale” che ha già giustificato, anche a livello europeo, l’adozione di misure imprescindibili a tutela del patrimonio culturale. Si legge:

“In definitiva, una semplificazione che non depotenzi la capacità di assolvere efficacemente alla missione istituzionale dell’amministrazione richiede:

1. Che siano sanati i vuoti ormai assolutamente inaccettabili di personale, in particolare di funzionari e dirigenti, vuoti che stanno decretando la chiusura di interi uffici con la conseguente cessazione di ogni attività di tutela sui territori.

2. Che siano semplificati radicalmente i procedimenti contrattuali, le procedure e le norme contabili e gli oneri informativi dai quali è gravata l’amministrazione.

3. Che si forniscano agli uffici gli strumenti informatici ormai imprescindibili per poter operare, ovvero: banche dati dei vincoli, aggiornate e interoperabili a livello nazionale; banche dati del patrimonio tutelato; digitalizzazione degli archivi delle Soprintendenze con particolare riguardo ai fascicoli dei soggetti e dei beni tutelati; piena informatizzazione delle comunicazioni con i cittadini e con le altre amministrazioni.

4. Che si lavori in un’ottica interistituzionale per una ricomposizione e velocizzazione dei procedimenti che vedono coinvolte più amministrazioni (come le VIA e le Conferenze di servizi): questo risultato non si ottiene rendendo il ruolo del Ministero ancor più ininfluente di quanto già sia stato fatto con norme precedenti, introducendo cioè un ulteriore abbattimento dei tempi previsti per l’intervento delle Soprintendenze (che costituisce, a norma di legge, una minima porzione del tempo totale impiegato per l’adozione dei provvedimenti), ma pretendendo, anche con strumenti cogenti, una reale collaborazione e un corrispettivo rispetto dei tempi da parte delle altre amministrazioni coinvolte nel procedimento.

5. Che nel rapporto con i cittadini, gli enti e le imprese non si tenda a “mettersi in un angolo” come un ospite scomodo, ma si operi secondo una visione di tutela partecipata e condivisa che faccia sentire tutti i soggetti coinvolti (siano essi proprietari, possessori, detentori, fruitori di beni culturali o comunità) non solo portatori di interessi specifici ma anche di un interesse pubblico generale che ognuno deve contribuire a difendere e tutelare. “

Fonte: MiBACT