Si è tenuta on line la presentazione di “Piazze Minori nel centro storico di Firenze”, un volume a cura di Antonio Capestro, Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, che ha raccolto gli Atti del convegno internazionale tenutosi nel maggio 2018 e frutto di un progetto di ricerca condotto dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, che rientra in un ciclo triennale di incontri tematici “Città_Patrimonio e Progetto”, finalizzato ad “esplorare le sfide che il Patrimonio architettonico-urbano-paesaggistico pone in chiave contemporanea e come affrontarle attraverso il Progetto nelle sue diverse e possibili declinazioni.” 

Tema della pubblicazione, come spiegato dallo stesso Capestro, è la riflessione sul ruolo delle piazze minori  nel contesto di città storiche, che spesso sono ambiti urbani poco e male utilizzati, dal grande potenziale ma poco valorizzate e che pure sarebbero potenzialmente spazi alternativi a quelli affollati e/o cannibalizzati dai visitatori in contesti di città a forte vocazione turistica come Firenze. Il volume si muove dalla lettura della situazione fiorentina alla proposta di ricerche e proposte giunte da diverse città straniere, per tornare alle idee relative al centro storico Patrimonio Mondiale di Firenze e raccontare le esperienze qui maturate. (Il volume si può sfogliare qui >>)

“Escluse il più delle volte dai circuiti di maggior interesse turistico, culturale e commerciale – scrive il docente nella sua introduzione – queste piazze minori si trasformano da luoghi di possibile relazione in luoghi marginali, sottoutilizzate o degradata perché, già in generale, sono occupate impropriamente  da funzioni incompatibili con la vita e i desiderata degli abitanti locali, e non solo.”

Questo processo porta queste piazze a diventare “non luoghi”, pur essendo parte integrante del tessuto urbano, del quale sono nodi importanti e che – se inseriti appropriatamente in in una rete di connessioni di mobilità potrebbero decongestionare flussi e contribuire nel diluire le criticità legate alla vita stessa della città. Secondo la ricerca presentata, se opportunamente censite, valutate e reinserite nell’ecosistema urbano in maniera opportuna, le piazze minori potrebbero essere restituite alla città sia come “eredità culturale” che come “bene comune”, inteso proprio di proprietà della comunità come strumento di cittadinanza sostenibile. 

Il percorso della ricerca presentata non è mai stato, quindi, estraneo alle esigenze della città ma, anzi, ne ha accolto esigenze e sollecitazioni – provenienti da enti, istituzioni, urbanisti e progettisti, residenti e visitatori.

Esso si è concentrato nel perimetro del sito di Firenze Patrimonio Mondiale e, facendo proprio un approccio olistico alle problematiche affrontate – ha generato una interessante varietà di azioni, come il recupero di Piazza dei Ciompi, con risultati misurabili e replicabili, scalabili in altri contesti.    

“L’amministrazione comunale con il suo ufficio UNESCO ha lavorato gomito a gomito con l’Università in questo progetto – ha spiegato Cecilia del Re, Assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze – perché questa tematica ricade nell’ambito di quelle attività che hanno obiettivo il miglioramento della vivibilità del centro storico di Firenze, un’area particolare proprio perché Patrimonio Mondiale,  come il così detto regolamento UNESCO da noi adottato già da diversi anni. Il Comune di Firenze sta lavorando al  nuovo piano operativo comunale con il nuovo regolamento urbanistico, per il quale a metà marzo inizierà il percorso di partecipazione cittadina che raccoglierà  le idee e le necessità dei residenti riguardo alla vivibilità centro storico, e che sarà adottato entro settembre. In questa revisione uno spazi particolarmente importante lo hanno le aree verdi e le piazze minori. Per le prime, assieme al  piano operativo da adottare stiamo lavorando ad un piano del verde e spazi pubblici che consideri il verde urbano alla stregua di una infrastruttura, poiché ci siamo resi conto che è nostro compito soddisfare la necessità di avere aree verdi fruibili per tutti i cittadini, sempre, per sostenere le politiche di salute pubblica con quelle di giustizia sociale di accessibilità. Le piazze minori, a loro volta, sono un asset strategico nel piano operativo che stiamo formulando, poiché in esso diventano strutturali per la visione dello sviluppo sostenibile della città.  Stiamo provvedendo alla loro mappatura perché sono luoghi che devono essere valorizzati per rendere la città accogliente, inclusiva, ridare dignità a tante zone del nostro centro sottarco che oggi non si esprimono al meglio. Cardinale in questa complessità è il tema della mobilità: stiamo lavorando da anni su questo nodo per portare le nuove infrastrutture – tipo la tranvia – dal centro alla buffer zone, diventando capillari ma non invasivi. Nel piano c’è anche “lo scudo verde“, ossia la chiusura ai ai mezzi più inquinanti anche nella buffer zone del sito Patrimonio Mondiale, che produrrà conseguenze positive in tante aree città. ll piano urbanistico agisce quindi su più elementi contemporaneamente per riportare la città di Firenze a livelli di vivibilità più alti possibile, sia dal punto di vista infrastrutturale che dal punto di vista di governo dei flussi turistici, che presto torneremo ad accogliere ma nel rispetto delle peculiarità della città e della sua comunità.”

A questo scopo è stato lanciato qualche mese fa un bando per sostenere con un contributo economico le realtà del territorio che proponessero itinerari di visita “alternativi” ai soliti flussi, in un nuova narrazione della bellezza di Firenze: il bando ha avuto molto successo e, ad oggi, nella situazione contingente, tanti cittadini stanno approfittando di queste nuove proposte di visita per conoscere meglio la città e le sue storie, e anche le sue piazze minori. Lo studio ribadisce infatti che è la presenza della cittadinanza a determinare il cambiamento nella progettazione e nell’uso delle piazze. “Un aspetto mai valutato prima e che questa lettura dello spazio di comunità ci ha dato è il considerare la rimodulazione di questo spazio e del verde urbano come un elemento utile a mitigare l’impatto del climate change sulla vita quotidiana dei cittadini. – ha continuato la Del Re – Avremmo presto un incontro con la soprintendenza per ragionare sulla necessità di istituire in queste piazze del centro storico delle aree attrezzate con alberature e tettoie verdi, poiché spesso queste per la loro stessa conformazione e collocazione nella mappa della città si trovano in prossimità delle così dette isole di calore. Nuovi spazi verdi saranno quindi creati, per esempio, in piazza Piazza Santa Caterina d’Alessandria: queste nuove aree verdi sono una risposta a specifiche richieste della cittadinanza, che auspicano di potersi riappropriare di questi luoghi, con un alleggerimento della presenza delle zone di sosta auto a favore di aree di sosta per pedoni, all’ombra. Siamo però anche convinti – ha concluso l’Assessore – che ci sia necessità di costruire una reale sinergia con il Governo per mitigare anche il fenomeno dell’over tourism, dello svuotamento del centro storico da residenti e attività commerciali a causa dell’incidenza degli affitti e delle alienazioni speculative di immobili a scopo turistico, la regolamentazione delle piattaforme on line, con azioni coordinate a livello nazionale ed europeo, che si affianchino a quelle locali, puntuali come il nostro lavoro sulle piazze minori, nel comune scopo di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030per lo sviluppo sostenibile che noi abbiamo messo al centro del Piano di Gestione del sito Patrimonio Mondiale al quale stiamo lavorando”.