Un boato di gioia incontenibile ma.. muto,  ha salutato stamane la proclamazione da parte del Ministro Dario Franceschini di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022.

I sindaci delle 10 città finaliste, assieme ai membri della giuria presieduta dal prof. Baia Curioni e allo staff del Ministero hanno potuto partecipare alla cerimonia di proclamazione on line, distanti ma uniti dal desiderio di portare l’ambito riconoscimento sul proprio territorio.

“Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. – viene spiegato nelle motivazioni della commissione – Il progetto potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura, che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al paese, nei mesi che ci attendono. La capitale italiana della cultura 2022 è Procida”

In apertura, il Ministro Franceschini ha ribadito che ormai da mesi tutto il settore della cultura in Italia- fermo ai box a causa della pandemia Covid19 – sta lavorando affinché, una volta conclusasi questa pesantissima parentesi dell’emergenza sanitaria, l’offerta culturale assieme a quella turistica del Paese torni potenziata, pronta ad accogliere quello che, secondo Franceschini, sarà un ritorno del pubblico e dei visitatori prorompente, nelle grandi città d’Arte ma anche nelle realtà che spesso vengono definite “minori” pur avendo un’intensità e una qualità dell’offerta culturale pari, e a volte anche superiore, alle consorelle più gettonate. E poiché l’idea della Capitale Italiana della Cultura nacque nel 2014 proprio per dare un’opportunità a queste realtà, diventa oggi – quando ancora stiamo lavorando per uscire più forti di prima dalla crisi – fondamentale sottolineare che la qualità dei progetti presentati dalle 10 finaliste è tale da richiamare l’attenzione del Governo sulle reali opportunità che la progettazione culturale ad oggi è capace di creare, auspicando che si possa in futuro investire su tutti i progetti che vanno in finale, come buone prassi da sviluppare e replicare.

Il tema dello sviluppo territoriale a base culturale è stato ripreso anche dal presidente della Commissione MiBACT, Stefano Baia Curioni, il quale ha lodato la qualità di tutti i progetti proposti e ha sottolineato che in ognuna di esse è stato posto il seme di un futuro territoriale di sviluppo sostenibile, in cui la resilienza è una capacità da costruire ed alimentare nel tempo, in cui il disegno fatto dalle stesse comunità per l’avvenire è partito dalla fragilità dei territori di riferimento e le ha rese leva di crescita. Ancora, ha messo in evidenza come, grazie al lavoro dei migliori progettisti italiani e alla visione di sindaci, giunte, associazioni, cittadini dei territori che hanno concorso, la cultura, intesa come sistema, sia stata elevata a capacità collettiva di affrontare i processi necessari allo sviluppo.  

Complimenti alla città di Procida sono sportivamente arrivati da tutti i Sindaci presenti e in lizza, mentre Franceschini ha ricordato che non si concorrerà per la Capitale della Cultura 2023 poiché il titolo è stato assegnato d’ufficio alle città di Bergamo e Brescia, maggiormente colpite dalla pandemia nel corso del 2020.