Da quest’anno, il panorama del mondo culturale italiano segna una nuova data importante in agenda: il 25 marzo sarà la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. La decisione è stata presa dal consiglio dei ministri, su proposta del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

“Ogni anno, il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’ aldilà della Divina Commedia, si celebrerà il Dantedì. Una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali. – ha spiegato Franceschini – A un anno dalle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante sono già tanti i progetti al vaglio del Comitato per le celebrazioni presieduto dal prof. Carlo Ossola. Dante – ha concluso Franceschini – ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”.
La proposta della giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri oltre ad essere oggetto di diversi atti parlamentari aveva raccolto l’adesione di intellettuali e studiosi e di prestigiose istituzioni culturali dall’ Accademia della Crusca, alla Società Dantesca, alla Società Dante Alighieri, all’ Associazione degli Italianisti alla Società italiana per lo studio del pensiero medievale.

Nel frattempo, dalle opere autografe di Giacomo Leopardi (1798-1837) custodite alla Biblioteca Nazionale di Napoli, spunta un testo compiuto, in bella copia e molto probabilmente risalente all’autunno 1816 in cui l’autore (che rinunciò a pubblicare) recensisce l’opuscolo “L’ombra di Dante”, “visione” in terzine di Giuliano Anniballi, stampato a Loreto.  La scoperta dell’articolo, come ha riportato informa l’AdnKronos, è di Christian Genetelli, professore ordinario di letteratura e filologia italiane all’Università di Friburgo (Svizzera) e membro del comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati. Ne dà notizia lo studioso in un volumetto in uscita in questi giorni a Milano presso Led-Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto (collana “Palinsesti”) dal titolo “Un’inedita e ignota recensione di Giacomo Leopardi (‘L’Ombra di Dante’)”.

Lo scritto autografo leopardiano è un foglio semplice e lo studio di Genetelli ne spiega genesi, particolarità e implicazioni dell’inedito: lo colloca all’interno di una stagione di attività febbrile per Leopardi, fresco di ‘conversione letteraria’, in cui proprio il nome di Dante assume un posto privilegiato dentro la sua poetica del primitivo. Attenzione, naturalmente, è riservata anche all’involontario co-protagonista, all’autore dell'”Ombra di Dante”, di cui è tracciata l’intera parabola: dai primi passi nella nativa Urbino fino agli anni riminesi della maturità e della vecchiaia, ormai oltre la metà dell’Ottocento, ma inspirando ed espirando sempre fiera aria classicista.