La radio è il mass media che ad oggi arriva al più vasto pubblico possibile: potente e a basso costo, è adatto a raggiungere le comunità più isolate e le persone in situazioni sociali problematiche, svolgendo anche un imprescindibile specifico nella comunicazione in situazioni di emergenza o catastrofe.

La radio però è anche un grande mezzo di divulgazione culturale e di avvicinamento a “mondi” che spesso i cittadini sentono lontani. Lo sanno bene Andrea Bellotti e Alessandro Mauro, speaker della webradio di “Let’s Dig Again“, progetto nato a Siena nel 2013 con l’obiettivo di creare – attraverso la radio – un nuovo canale di comunicazione, che non fosse rivolto esclusivamente a specialisti del settore o a conoscitori della materia, ma in grado di coinvolgere e avvicinare il grande pubblico ai temi dell’archeologia.
Convinti che la divulgazione debba essere un dovere del ricercatore e non “una perdita di tempo”, come spesso viene etichettata, i giovani archeologi che lavorano a Let’s Dig Again cercano di documentare e raccontare le diverse esperienze dell’archeologia italiana, traducendo le esperienze di scavo dal “tecnichese” ad un linguaggio comprensibile per tutti gli ascoltatori, senza mai perdere di vista l’approccio proprio dell’approfondimento scientifico.

“Il progetto Let’s Dig Again è nato quando ero ancora studente, poiché avevo l’esigenza di spiegare a parenti e amici il lavoro che avrei voluto fare nel futuro. Solitamente, quando affermi che vuoi fare l’archeologo, le persone intorno a te pensano ad Indiana Jones o ad un personaggio occhialuto dotato di un picchetto. – ha spiegato Andrea Bellotti, ideatore del progetto – Fra questi due stereotipi c’è un mondo di attività, studi, ricerche che non vengono raccontati e che però sono interessanti anche per un’audience più ampia rispetto a quella accademica o di specialisti del settore. Pensiamo alle trasmissioni televisive che trattano di archeologia: alcune poco fanno leva sul sensazionalismo, altre hanno una qualche valenza scientifica ma, per avvicinare la materia al pubblico, diventano superficiali, eppure il pubblico le segue, perché è incuriosito da questi temi. A noi piace raccontarne in maniera scientificamente corretta ma efficace dal punto di vista della comunicazione.”
La scelta è quindi caduta sulla webradio: la radio, come media tradizionale, ha un buon indice di penetrazione ma è stata declinata alla versione web perché, appoggiandosi sulla piattaforma Spreaker, necessita di meno attrezzature e investimenti e permette il podcast, rivelatosi nel tempo uno strumento fondamentale per gli ascoltatori che non riescono a seguire la programmazione in diretta.

Partita con la prima puntata nell’aprile 2013, Let’s Dig Again si è arricchita nel tempo di strumenti social molto incisivi e di un canale youtube che accoglie video, interviste, archeonarrazione, raccontando il ruolo della ricerca archeologica in manifestazioni e progetti di carattere nazionale ed internazionale.

Il futuro di Let’s Dig Again non è ancora scritto. “Dal 2013 ad oggi il progetto è mutato, ha accolto nuovi collaboratori, abbiamo lavorato in maniera costante sui linguaggi da utilizzare per una divulgazione coerente con il mondo complesso dell’archeologia. – ha spiegato ancora Bellotti – Siamo costantemente in una fase di evoluzione: il nostro gruppo di lavoro ha deciso di concentrarsi sul racconto dell’archeologia e di tutto ciò che ruota dentro e intorno ad essa, quindi è normale che, pur lasciando costante il tema centrale, cambino le metodologie di lavoro.”

Lavorano a Let’s dig again: Andrea Bellotti, Alessandro Mauro, Martina di Giannantonio, Jacopo Scoz, Luca Luppino, Francesca Meli, Roberto Chiariello. Se vuoi conoscere lo staff, saranno a TourismA 2019. Per sapere di più del progetto entra nel sito >> . Per seguire il canale youtube >>  – Info: a.bellotti@letsdigagain.it