L’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, in collaborazione con UNESCO, ICOMOS, ICCROM e IUCN nell’ambito del Progetto World Heritage LAB ha realizzato la traduzione in italiano del manuale “Managing Cultural World Heritage” (Gestire il Patrimonio Mondiale Culturale).

Il manuale rappresenta un utile strumento di supporto per gli Stati membri nell’elaborazione del Piano di Gestione e nell’adempimento degli obblighi derivanti dalla Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972.

Quest’ultima fissa un principio fondamentale e cioè la necessità di garantire protezione, conservazione e valorizzazione dei beni culturali e naturali ritenuti di Valore Universale Eccezionale – concetto definito all’interno delle Linee Guida Operative – da parte degli Stati che hanno una responsabilità primaria nella gestione dei siti iscritti e nel mantenimento degli stessi all’interno della lista nel corso del tempo, secondo il rispetto di precisi standard di tutela.

Carlo Francini, coordinatore scientifico della ABIPM e site manager del Centro Storico di Firenze Patrimonio Mondiale riassume, nei paragrafi successivi, le motivazioni e gli obiettivi legati a questa operazione.

“La decisione di tradurre il manuale è venuta spontanea, diretta, inequivocabile. L’idea che il manuale fosse tradotto praticamente in tutte le maggiori lingue e non esistesse in italiano mi ha sempre colpito negativamente e adesso, grazie alla collaborazione di tutte le istituzioni, è disponibile una versione “ufficiale” in lingua italiana.

Mi piace sottolineare che questa operazione era inserita all’interno di una serie di incontri di formazione che abbiamo chiamato World Heritage Lab W.H. Lab (tutto il materiale è disponibile nel nostro sito patrimoniomondiale.it) e finanziati dalla Legge 77/2006.

Il gruppo di tecnici dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, che ho il piacere di coordinare, ha come obiettivo principale il supporto ai soci che ne fanno parte e questi soci sono, almeno per la maggior parte, amministratori locali: Sindaci in primis.

Il Manuale potrà circolare nella nostra lingua presso gli uffici dei decisori politici e sarà consegnato dagli amministratori ai loro staff tecnici e ai responsabili dei vari settori coinvolti nella gestione di un sito Patrimonio Mondiale.

La traduzione del manuale potrà essere utile a quei politici e a quei tecnici (non solo degli enti locali ma anche degli organi periferici dei Ministeri) che si trovano a dover ottemperare a quanto richiesto dalla convenzione del 1972 ma che, troppo spesso, si trovano a dover ricorrere a esperti senza avere una benché minima conoscenza di base di quanto onore e onere dovranno andare ad affrontare.

Sicuramente si tratta di un manuale tecnico – quindi non di facile approccio – ma sono certo che si rivelerà un ottimo sussidio anche per coloro che devono comunicare e far crescere la consapevolezza del valore legato alla lista del Patrimonio Mondiale e ringrazio la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO per avere aver dato questo spazio di condivisione al manuale.

Mi auguro davvero la più ampia diffusione di questa traduzione che spero ci aiuti a raggiungere l’obiettivo più importante, perfettamente riassunto dalla frase che segue dell’ex direttore generale dell’UNESCO Koichiro Matsuura (che potete trovare a pagina 51 del manuale): Senza la comprensione e il supporto del grande pubblico, senza il rispetto e la cura quotidiana delle comunità locali, che sono i veri custodi del Patrimonio Mondiale, non vi saranno fondi per quanto ricchi, né esperti, per quanto numerosi, in grado di proteggere i siti.”

Fonte: unesco.it